Foto di Legambiente
Sul sito del Commissario unico sono stati pubblicati i risultati relativi alla condanna C-251/17 della Corte di giustizia europea: su 81 agglomerati oggetto della condanna (per 5.995.371 abitanti equivalenti) 54, pari al 66,7%, sono ancora oggi non conformi; 13 quelli parzialmente conformi (16,05% del totale) e 14 conformi (17,28%): https://commissariounicodepurazione.it/procedure-infrazioni/.
Come fa annualmente, anche per quest’anno Legambiente mette nero su bianco alcune proposte, di seguito elencate.
1) Rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
2) Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
3) Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA); un sistema che è già stato concepito con la riforma della legge 132 del 2016 ma che attende ancora i decreti attuativi per rendere quanto prima operativa la riforma, perché anche la salute del nostro mare non può più attendere;
4) Regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
5) Promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa”.
Qui per scaricare il Rapporto: https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2023/06/Mare-Monstrum-2023-Il-Mare-Inquinato.pdf.