- Renato Franzitta - Nessuna attenzione per la vita di Alfredo Cospito
- Continua dall’ottobre 2022 un lunghissimo sciopero della fame da parte dell'anarchico contro il regime di 41bis. Mentre a Concutelli furono concessi giustamente i benefici di legge con la sospensione della pena per motivi di salute, non c’è invece nessuna attenzione per la vita di Cospito: condannato a 10 anni per il ferimento di un dirigente dell’Ansaldo (pena già scontata per intero) è sepolto in galera in regime di 41bis e la procura ha chiesto l’Ergastolo Ostativo - fine pena mai, nessuna possibilità di sconti o benefici - con l’accusa (infondata, senza nessuna prova concreta) di avere messo di notte una bomba carta in una scuola dei carabinieri, bomba che non ha fatto né morti né feriti né danni materiali. L’accusa, però, rispolvera un articolo del vecchio codice fascista Rocco: “strage contro lo stato”
Lo scorso 15 marzo il terrorista
neonazista Pierluigi Concutelli è morto, dopo alcuni anni di malattia,
nel proprio letto a casa sua.
Abbiamo conosciuto i fratelli Concutelli
quando dalla fine degli anni ‘60 erano fra i principali mazzieri dei gruppi
nazifascisti a Palermo. Pierluigi Concutelli partecipò alle principali azioni
squadriste a Palermo, dietro tante sigle dell’eversione nera: dalla Giovane
Italia, al FUAN, a Ordine Nuovo, al Fronte Nazionale, ad Avanguardia Nazionale,
a Terza Posizione. Formazioni nere che erano in osmosi e interconnessione e non
avevano mai rotto la continuità con l’MSI di Giorgio Almirante.
La fine degli anni ‘60 vide a Palermo,
dopo la tragedia del terremoto del Belice, la nascita tumultuosa del movimento
studentesco, che, dalla richiesta concreta di locali sicuri per le scuole rese
inagibili dal sisma, si andò radicalizzando verso la contestazione globale del
Sistema. I gruppi neofascisti del FUAN e della Giovane Italia (appendici del
MSI) fino ad allora avevano avuto campo libero fra gli studenti universitari e
medi. La sinistra di classe rappresentata dalla FGCI, dai marxisti-leninisti, e
dalla IV internazionale non era mai riuscita ad avere una reale presenza organizzata
e continuativa fra i giovani studenti. La deflagrazione del movimento degli
studenti medi nell’autunno del ‘68, l’occupazione della maggior parte degli
istituti scolastici e l’estensione della protesta nelle università vide
l’affermarsi della presenza delle organizzazioni della sinistra radicale fra
gli studenti, la radicalizzazione degli obiettivi e la sempre più evidente
emarginazione delle organizzazioni giovanili neofasciste.
La risposta isterica dei neofascisti non
si fece attendere e in questo modo cominciò una stagione di aggressioni,
pestaggi e di atti terroristici.
Caso emblematico fu l’assalto il 6 gennaio
1969 al liceo Scientifico Cannizzaro di Palermo occupato da più di un mese, ma
con il torto di avere esposto la bandiera dei vietcong sulla facciata della
scuola. L’assalto notturno fu portato avanti dalla banda di Mangiameli, Virzì,
Pagoto ed altri con il lancio di bottiglie incendiarie e scariche di fucile. I
fascisti furono arrestati, ma rilasciati dopo 8 giorni, gli studenti occupanti
tutti denunciati.
Da allora cominciò una stagione che
avrebbe visto l’acuirsi delle azioni delle squadre neofasciste, fino a dare il
via alla stagione delle bombe.
Il 11 aprile ’69, bomba collocata presso
la sede locale della Rai; il 15, bomba alla chiesa Regina Pacis; il 16,
bomba-carta contro la sede locale della Giovane Italia; lo stesso 16 aprile,
bomba alla caserma Turba; il 21 vengono collocate tre bombe: una contro la
caserma dei Carabinieri, un’altra contro quella dell’Esercito e viene infine
incendiata un’auto di fronte a un’altra caserma; il 27, bomba sulla ferrovia
Palermo-Trapani; il 15 maggio, bomba contro il muro di cinta del carcere
Ucciardone; il 22, bomba contro l’assessorato all’Agricoltura e una (fallita)
contro il consolato Usa.
Una serie di attentati, in linea con
quello che stava accadendo in tutta Italia, per accrescere la tensione e
accreditare la pista anarchica bombarola.
Ma il 16 maggio a seguito di una
perquisizione al Club Trocadero, frequentato dai neofascisti e di proprietà del
missino Pagoto, viene trovato un vero arsenale costituito da micce, materiale
esplosivo, pallottole, pugnali, ciclostile e macchine da scrivere rubati, ed
infine una mappa della città dove erano segnati tutti i luoghi degli attentati
dinamitardi, compresa la sede della Giovane Italia. I fascisti vengono
arrestati, ma liberati tutti dopo pochi mesi.
Il nome di Pierluigi Concutelli viene alla
ribalta il 24 ottobre 1969, quando subisce il suo primo arresto e la sua prima
condanna, a 14 mesi di reclusione da scontare nel carcere dell'Ucciardone
(libero dopo 7 mesi), per possesso di armi da guerra al cui uso si addestrava,
assieme ad altri neofascisti (tra cui il futuro deputato missino Guido Lo
Porto), sulla collina della frazione palermitana di Bellolampo. I carabinieri
li bloccarono nei pressi di un poligono di tiro militare. La loro auto era
carica di armi.
Da allora il nome di Concutelli apparirà
sempre più spesso nelle cronache cittadine fra gli squadristi più violenti
della nostra città.
Nel frattempo riprendono gli attentati, le
aggressioni e gli agguati perpetrati ai danni di tanti militanti di sinistra.
Il 4 gennaio del ’70, bomba contro la
caserma Scianna; il 23 aprile dello stesso anno, assalto al giornale L’Ora e
incendio di furgoni e macchine del giornale; il 2 maggio, una
squadraccia, con in prima fila i fratelli Concutelli, davanti al liceo
Cannizzaro aggredisce e pesta duramente il sottoscritto (contusioni varie e
timpano destro perforato), Beppe Bonetti e mia sorella Rita; il 4 maggio, una
cinquantina di fascisti sventolando bandiere repubblichine assaltano la facoltà
di Architettura, ma questa volta un gruppo nutrito di giovani anarchici, della
FGCI e lavoratori marxisti-leninisti li ricevono, dando loro una sonora
lezione; il 9 maggio, bombe incendiarie contro la sede de L’Ora; il 24
settembre, assalto e incendio della sede di Servire il Popolo (UCI m-l).
Il 1° gennaio ’71, vengono scoperte 4
bombe al tritolo (80 candelotti) contro l’Assessorato Regionale
all’Agricoltura, al Municipio, all’Ente Minerario, all’Assessorato al Lavoro.
Le aggressioni e gli attacchi alle sedi di
partiti e movimenti si susseguono in modo serrato. Le squadre fasciste con
Concutelli in prima fila assaltano la facoltà di Scienze (roccaforte della
sinistra rivoluzionaria). Il 29 maggio, in un’incursione all’Istituto di
Genetica viene pestato gravemente l’attivista Ettore Morgante e per questo
Concutelli, Mangiameli, Virzì ed altri verranno arrestati, ma liberati dopo
solo 3 mesi.
Il 15 ottobre, i fratelli Concutelli
guidano un’aggressione contro gli studenti del Liceo Meli (ma avranno una
grossa risposta antifascista e fuggiranno a gambe levate). Verrà denunciato
Concutelli, ma anche gli studenti aggrediti.
Il 13 novembre, sempre la stessa
squadraccia assale la casa del senatore Cipolla e pesta gravemente i fratelli
Beppe e Gaetano, noti militanti comunisti.
Come risposta un nutrito corteo
antifascista attacca e devasta la sede fascista “Gentile” diretta da Concutelli
e Mangiameli.
Compaiono in città diverse scritte di
minaccia verso i compagni. Sotto la mia abitazione, in alcune scuole superiori
e alla facoltà di Scienze compare la scritta “FRANZITTA TI UCCIDEREMO”.
Minaccia fattami più volte direttamente dai fratelli Concutelli anche con il
segno delle dita a forma di pistola.
Gli attentati continuano: nuovamente alla
sede di Servire il Popolo; il 2 gennaio ‘72 alla sede de L’Ora (bomba
incendiaria e scritta 1972=MORTE).
Dal 26 gennaio la banda fascista guidata
da Concutelli tenta più volte di impedire a Magistero le lezioni sulla
Resistenza del prof. Cortese. Gli antifascisti si mobilitano e difenderanno
Magistero per diversi giorni, scontrandosi più volte con gli squadristi.
Il 2 febbraio la stessa squadraccia
attaccherà il Liceo Galilei affiggendo due manifesti provocatori contro il
preside “rosso” e contro il sottoscritto. Fortunatamente riceveranno una severa
risposta dalla massa degli studenti e dagli antifascisti accorsi per difendere
la scuola.
Le aggressioni continuano, ma trovano
spesso adeguata risposta dagli antifascisti organizzati.
Il 5 maggio 1972 Carla Colajanni (sorella
di Napoleone), Angela Fais e Alberto Scandone de L’Ora, il regista Franco
Indovina, Ignazio Alcamo magistrato antimafia, Elisabetta Salatiello stavano
tornando a Palermo per votare alle prime elezioni politiche anticipate. Ma non
arrivarono mai. Una bomba esplose sul volo Alitalia AZ 112 Roma – Palermo,
uccidendo 115 persone. I corpi dei passeggeri furono trovati maciullati, come
colpiti da una esplosione. Le indagini invece conclusero che il disastro di
Montagna Longa era stato causato da un errore tecnico dei piloti e che l’aereo
durante le manovre di atterraggio aveva colpito la cima della montagna
incendiandosi. Nel 1977 il vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, scrisse un
rapporto sul disastro di Montagna Longa dove denunciava Pierluigi
Concutelli per aver messo la bomba sul volo AZ 112. Il rapporto di Peri fu
insabbiato per più di 20 anni.
Dopo insistenze dei parenti delle vittime,
con un’inchiesta durata decenni, una nuova perizia stabilì che la morte dei 115
occupanti il volo AZ 112 era dovuta ad una esplosione all’interno dell’aereo.
I fascisti nostrani continuarono nella
loro strategia eversiva.
Il 28 luglio ’72, viene scoperto un nuovo
campo di addestramento paramilitare a Menfi, nella valle del Belice, dove viene
identificato fra gli altri Pierluigi Concutelli.
Sempre Concutelli il 30 ottobre partecipa
all’assalto alla sede del PCI dove viene lanciato un ordigno esplosivo. Il 31
ottobre, assalto alla Camera del Lavoro. L’11 e il 12 dicembre esplodono due
bombe in due commissariati di Polizia. Chiara provocazione contro la
manifestazione indetta nell’anniversario della strage di Piazza Fontana per la
liberazione di Valpreda.
La lista nera continua, ma in questi anni
si è consolidata una forte coscienza antifascista e una rete di antifascismo
militante che mette in seria difficoltà le “bravate fasciste”.
I fascisti hanno sempre più difficoltà ad
organizzare la piazza anche per il pronto intervento degli antifascisti che
presidiano il territorio. Una delle ultime bravate si concretizza nel febbraio
del 1974 alla facoltà di Giurisprudenza, ma gli squadristi vengono sgombrati da
una decisa azione della militanza antifascista.
La presenza fascista in città si fa sempre
meno evidente, anche per la nascita e la diffusione capillare dei comitati
popolari e di lotta, dei circoli del proletariato giovanile e di una diffusa
rete di antifascismo militante.
Gli esponenti dell’estrema destra violenta
tenteranno di riprendere terreno con “l’Eurodestra”, ma la risposta di piazza
sarà decisa e farà naufragare i loro progetti.
Contemporaneamente la carriera criminale
di molti squadristi comincia ad acquistare credito a livello nazionale.
Mentre diversi squadristi abbandonano il
manganello e adottano il doppiopetto entrando nelle istituzioni elettive come
membri del MSI (Lo Porto, Virzì, Coppolino, ecc.) o entrando nel sindacato
neofascista CISNAL (Pagoto), Mangiameli e Concutelli cominciano ad essere
referenti nazionali dell’eversione nera. Concutelli diviene il referente di
Ordine Nuovo (fuorilegge), Mangiameli di Terza Posizione. Concutelli si
incontra con Paolo Signorelli e Stefano Delle Chiaie, nel settembre 1975 ad un
incontro ad Albano Laziale, per sancire la fusione di Avanguardia Nazionale ed
Ordine Nuovo e la nascita di un nuovo soggetto politico.
La carriera criminale di Concutelli ha
un’impennata il 10 luglio 1976 con l’uccisione a Roma del giudice Vittorio
Occorsio, responsabile ai suoi occhi di svolgere indagini sugli ambienti
dell'estremismo di destra.
Concutelli viene
arrestato il 13 febbraio 1977 a Roma.
In carcere, Concutelli non rinnegò mai
l'adesione alla lotta armata, rivendicando la paternità degli omicidi come
esecutore e mandante militare, senza alcun pentimento (dichiarandosi non
terrorista ma “assassino”). Nel corso degli anni di reclusione, tentò più volte
di evadere senza mai riuscirvi. La sua storia personale e politica e le azioni
compiute negli anni della lotta armata ne fecero uno degli esponenti di rilievo
dell'estremismo di destra degli anni ’70. Diventò un simbolo e un modello da
imitare per tanti giovani estremisti di una nuova generazione, come Giusva
Fioravanti e gli altri componenti del suo gruppo di terrorismo nero, i
NAR, per cui Concutelli rappresentava un vero e proprio archetipo del
rivoluzionario di destra. Per questo motivo, i NAR stessi progettarono più
volte la sua evasione, senza mai riuscire a metterla in opera.
In carcere Concutelli continuò ad
uccidere. A Novara, istituto di massima sicurezza, durante l'ora d'aria
mattutina del 13 aprile 1981, assieme al terrorista di destra toscano Mario Tuti, uccise Ermanno Buzzi,
militante neofascista bresciano condannato in primo grado all'ergastolo per la strage di Piazza della Loggia.
Il 10 agosto 1982 stessa sorte venne
riservata da Concutelli anche a Carmine Palladino, strangolato con una
rudimentale garrota perché accusato di essere un delatore. Palladino,
luogotenente di Stefano Delle Chiaie in Avanguardia Nazionale, arrestato nell'ambito
dell'indagine per la strage alla stazione
di Bologna e anch'egli recluso nel carcere di Novara, aveva dato segni di
disponibilità a collaborare con i magistrati.
Nel 2009 a Concutelli la misura detentiva venne
commutata, per motivi di salute, in arresti domiciliari, scontati a casa
del fratello. Il 18 aprile 2011 gli fu correttamente riconosciuta, sempre per
gravi motivi di salute, la sospensione della pena detentiva per un
periodo di due anni, fino al 2 marzo 2013. Venne quindi trasferito in un
appartamento sul litorale di Ostia, assistito da Emanuele Macchi, anche lui
un militante del terrorismo di destra.
Questa cronistoria per far presente come
un pericoloso squadrista sin dagli anni ‘60, approdato al terrorismo nero nella
prima metà degli anni ‘70, assassino dichiarato, pluriomicida, abbia avuto un
trattamento da parte della magistratura a dir poco di rispetto. Le sue entrate
ed uscite dalle patrie galere si susseguono in modo ininterrotto dal 1969. La
sua pericolosità è indubbia, il suo pentimento inesistente. Nonostante ciò,
condannato a tre ergastoli, dal 2009 viene posto agli arresti domiciliari e dal
2011 viene sospesa la pena.
Libertà anticipata anche per i terroristi
neri dei NAR come Giusva Fioravanti (105 omicidi) in libertà dal 2009 e
Francesca Mambro (96 omicidi) in libertà dal 2008.
Da ricordare che Giusva Fioravanti, suo
fratello Cristiano e la Mambro uccisero il 9 settembre 1980 Ciccio Mangiameli
(per poco non arrivarono ad uccidere anche la moglie e la figlia), perché
testimone degli accordi presi a Palermo su l'uccisione di Piersanti Mattarella
e sulla strage di Bologna.
Il giudice Giovanni Falcone aveva
imboccato la pista “nera” per l’omicidio del Presidente Piersanti Mattarella
avvenuto il 6 gennaio 1980 a Palermo. L’inchiesta di Falcone si incentrava sul
connubio tra Cosa Nostra e l’eversione nera. L’indagine prendeva spunto anche
dal riconoscimento visivo, da parte della moglie del Presidente assassinato, di
Giusva Fioravanti. Falcone riteneva che Fioravanti e Cavallini, dirigenti dei
NAR, avessero stilato un patto di scambio con Cosa Nostra: l’uccisione di
Mattarella in cambio dell’evasione di Pierluigi Concutelli dal carcere
dell’Ucciardone. Ma questo filone delle indagini fu poi sottaciuto.
Il trattamento di favore che ricevono i
neofascisti dalla magistratura è alquanto diverso da quello riservato ai
militanti anticapitalisti, comunisti e anarchici. Fra questi Alfredo Cospito,
condannato a 10 anni per il ferimento di un dirigente dell’Ansaldo (pena già
scontata per intero), è sepolto in galera in regime di 41bis e la procura ha
chiesto l’Ergastolo Ostativo (fine pena mai, nessuna possibilità di sconti o
benefici) con l’accusa (infondata, senza nessuna prova concreta) di avere messo
di notte una bomba carta in una scuola dei carabinieri, bomba che non ha fatto
né morti né feriti né danni materiali. L’accusa, però, rispolvera un articolo
del vecchio codice fascista Rocco: “strage contro lo stato”.
Alfredo Cospito viene perseguitato perché
è anarchico e non rinuncia ai suoi principi e alla lotta contro lo stato di
cose esistente e perché mira ad un Mondo senza servi né padroni, un Mondo di
liberi/e e uguali, quindi un individuo pericoloso da mettere sotto chiave a
prescindere se ha o non ha commesso reati. E sino ad oggi non c’è nessuna
preoccupazione per la vita di Cospito che continua dall’ottobre 2022 un
lunghissimo sciopero della fame contro il regime di 41bis.
Dunque, mentre a Concutelli furono
concessi giustamente i benefici di legge con la sospensione della pena per
motivi di salute, non c’è invece nessuna attenzione per la vita di
Cospito.
una versione ridotta dell’articolo è stata pubblicata su Pressenza.com/it/2023/03