lunedì 27 marzo 2023

LA GIUSTIZIA NON È UGUALE PER TUTTI

 - Renato Franzitta - Nessuna attenzione per la vita di Alfredo Cospito

- Continua dall’ottobre 2022 un lunghissimo sciopero della fame da parte dell'anarchico contro il regime di  41bis. Mentre a Concutelli furono concessi giustamente i benefici di legge con la sospensione della pena per motivi di salute, non c’è invece nessuna attenzione per la vita di Cospito: condannato a 10 anni per il ferimento di un dirigente dell’Ansaldo (pena già scontata per intero) è sepolto in galera in regime di 41bis e la procura ha chiesto l’Ergastolo Ostativo - fine pena mai, nessuna possibilità di sconti o benefici - con l’accusa (infondata, senza nessuna prova concreta) di avere messo di notte una bomba carta in una scuola dei carabinieri, bomba che non ha fatto né morti né feriti né danni materiali. L’accusa, però, rispolvera un articolo del vecchio codice fascista Rocco: “strage contro lo stato” 


Lo scorso 15 marzo il terrorista neonazista Pierluigi Concutelli è morto, dopo alcuni anni di malattia,  nel proprio letto a casa sua.

Abbiamo conosciuto i fratelli Concutelli quando dalla fine degli anni ‘60 erano fra i principali mazzieri dei gruppi nazifascisti a Palermo. Pierluigi Concutelli partecipò alle principali azioni squadriste a Palermo, dietro tante sigle dell’eversione nera: dalla Giovane Italia, al FUAN, a Ordine Nuovo, al Fronte Nazionale, ad Avanguardia Nazionale, a Terza Posizione. Formazioni nere che erano in osmosi e interconnessione e non avevano mai rotto la continuità con l’MSI di Giorgio Almirante.

La fine degli anni ‘60 vide a Palermo, dopo la tragedia del terremoto del Belice, la nascita tumultuosa del movimento studentesco, che, dalla richiesta concreta di locali sicuri per le scuole rese inagibili dal sisma, si andò radicalizzando verso la contestazione globale del Sistema. I gruppi neofascisti del FUAN e della Giovane Italia (appendici del MSI) fino ad allora avevano avuto campo libero fra gli studenti universitari e medi. La sinistra di classe rappresentata dalla FGCI, dai marxisti-leninisti, e dalla IV internazionale non era mai riuscita ad avere una reale presenza organizzata e continuativa fra i giovani studenti. La deflagrazione del movimento degli studenti medi nell’autunno del ‘68, l’occupazione della maggior parte degli istituti scolastici e l’estensione della protesta nelle università vide l’affermarsi della presenza delle organizzazioni della sinistra radicale fra gli studenti, la radicalizzazione degli obiettivi e la sempre più evidente emarginazione delle organizzazioni giovanili neofasciste.

La risposta isterica dei neofascisti non si fece attendere e in questo modo cominciò una stagione di aggressioni, pestaggi e di atti terroristici.

Caso emblematico fu l’assalto il 6 gennaio 1969 al liceo Scientifico Cannizzaro di Palermo occupato da più di un mese, ma con il torto di avere esposto la bandiera dei vietcong sulla facciata della scuola. L’assalto notturno fu portato avanti dalla banda di Mangiameli, Virzì, Pagoto ed altri con il lancio di bottiglie incendiarie e scariche di fucile. I fascisti furono arrestati, ma rilasciati dopo 8 giorni, gli studenti occupanti tutti denunciati.

Da allora cominciò una stagione che avrebbe visto l’acuirsi delle azioni delle squadre neofasciste, fino a dare il via alla stagione delle bombe.

Il 11 aprile ’69, bomba collocata presso la sede locale della Rai; il 15, bomba alla chiesa Regina Pacis; il 16, bomba-carta contro la sede locale della Giovane Italia; lo stesso 16 aprile, bomba alla caserma Turba; il 21 vengono collocate tre bombe: una contro la caserma dei Carabinieri, un’altra contro quella dell’Esercito e viene infine incendiata un’auto di fronte a un’altra caserma; il 27, bomba sulla ferrovia Palermo-Trapani; il 15 maggio, bomba contro il muro di cinta del carcere Ucciardone; il 22, bomba contro l’assessorato all’Agricoltura e una (fallita) contro il consolato Usa.

Una serie di attentati, in linea con quello che stava accadendo in tutta Italia, per accrescere la tensione e accreditare la pista anarchica bombarola.

Ma il 16 maggio a seguito di una perquisizione al Club Trocadero, frequentato dai neofascisti e di proprietà del missino Pagoto, viene trovato un vero arsenale costituito da micce, materiale esplosivo, pallottole, pugnali, ciclostile e macchine da scrivere rubati, ed infine una mappa della città dove erano segnati tutti i luoghi degli attentati dinamitardi, compresa la sede della Giovane Italia. I fascisti vengono arrestati, ma liberati tutti dopo pochi mesi.

Il nome di Pierluigi Concutelli viene alla ribalta il 24 ottobre 1969, quando subisce il suo primo arresto e la sua prima condanna, a 14 mesi di reclusione da scontare nel carcere dell'Ucciardone (libero dopo 7 mesi), per possesso di armi da guerra al cui uso si addestrava, assieme ad altri neofascisti (tra cui il futuro deputato missino Guido Lo Porto), sulla collina della frazione palermitana di Bellolampo. I carabinieri li bloccarono nei pressi di un poligono di tiro militare. La loro auto era carica di armi.

Da allora il nome di Concutelli apparirà sempre più spesso nelle cronache cittadine fra gli squadristi più violenti della nostra città.

Nel frattempo riprendono gli attentati, le aggressioni e gli agguati perpetrati ai danni di tanti militanti di sinistra.

Il 4 gennaio del ’70, bomba contro la caserma Scianna; il 23 aprile dello stesso anno, assalto al giornale L’Ora e   incendio di furgoni e macchine del giornale; il 2 maggio, una squadraccia, con in prima fila i fratelli Concutelli, davanti al liceo Cannizzaro aggredisce e pesta duramente il sottoscritto (contusioni varie e timpano destro perforato), Beppe Bonetti e mia sorella Rita; il 4 maggio, una cinquantina di fascisti sventolando bandiere repubblichine assaltano la facoltà di Architettura, ma questa volta un gruppo nutrito di giovani anarchici, della FGCI e lavoratori  marxisti-leninisti li ricevono, dando loro una sonora lezione; il 9 maggio, bombe incendiarie   contro la sede de L’Ora; il 24 settembre, assalto e incendio della sede di Servire il Popolo (UCI m-l).

Il 1° gennaio ’71, vengono scoperte 4 bombe al tritolo (80 candelotti) contro l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, al Municipio, all’Ente Minerario, all’Assessorato al Lavoro.

Le aggressioni e gli attacchi alle sedi di partiti e movimenti si susseguono in modo serrato. Le squadre fasciste con Concutelli in prima fila assaltano la facoltà di Scienze (roccaforte della sinistra rivoluzionaria). Il 29 maggio, in un’incursione all’Istituto di Genetica viene pestato gravemente l’attivista Ettore Morgante e per questo Concutelli, Mangiameli, Virzì ed altri verranno arrestati, ma liberati dopo solo 3 mesi.

Il 15 ottobre, i fratelli Concutelli guidano un’aggressione contro gli studenti del Liceo Meli (ma avranno una grossa risposta antifascista e fuggiranno a gambe levate). Verrà denunciato Concutelli, ma anche gli studenti aggrediti.

Il 13 novembre, sempre la stessa squadraccia assale la casa del senatore Cipolla e pesta gravemente i fratelli Beppe e Gaetano, noti militanti comunisti.

Come risposta un nutrito corteo antifascista attacca e devasta la sede fascista “Gentile” diretta da Concutelli e Mangiameli.

Compaiono in città diverse scritte di minaccia verso i compagni. Sotto la mia abitazione, in alcune scuole superiori e alla facoltà di Scienze compare la scritta “FRANZITTA TI UCCIDEREMO”. Minaccia fattami più volte direttamente dai fratelli Concutelli anche con il segno delle dita a forma di pistola.

Gli attentati continuano: nuovamente alla sede di Servire il Popolo; il 2 gennaio ‘72 alla sede de L’Ora (bomba incendiaria e scritta 1972=MORTE).

Dal 26 gennaio la banda fascista guidata da Concutelli tenta più volte di impedire a Magistero le lezioni sulla Resistenza del prof. Cortese. Gli antifascisti si mobilitano e difenderanno Magistero per diversi giorni, scontrandosi più volte con gli squadristi.

Il 2 febbraio la stessa squadraccia attaccherà il Liceo Galilei affiggendo due manifesti provocatori contro il preside “rosso” e contro il sottoscritto. Fortunatamente riceveranno una severa risposta dalla massa degli studenti e dagli antifascisti accorsi per difendere la scuola.

Le aggressioni continuano, ma trovano spesso adeguata risposta dagli antifascisti organizzati.

 

Il 5 maggio 1972 Carla Colajanni (sorella di Napoleone), Angela Fais e Alberto Scandone de L’Ora, il regista Franco Indovina, Ignazio Alcamo magistrato antimafia, Elisabetta Salatiello stavano tornando a Palermo per votare alle prime elezioni politiche anticipate. Ma non arrivarono mai. Una bomba esplose sul volo Alitalia AZ 112 Roma – Palermo, uccidendo 115 persone. I corpi dei passeggeri furono trovati maciullati, come colpiti da una esplosione. Le indagini invece conclusero che il disastro di Montagna Longa era stato causato da un errore tecnico dei piloti e che l’aereo durante le manovre di atterraggio aveva colpito la cima della montagna incendiandosi. Nel 1977 il vicequestore di Trapani, Giuseppe Peri, scrisse un rapporto sul disastro di   Montagna Longa dove denunciava Pierluigi Concutelli per aver messo la bomba sul volo AZ 112. Il rapporto di Peri fu insabbiato per più di 20 anni.

Dopo insistenze dei parenti delle vittime, con un’inchiesta durata decenni, una nuova perizia stabilì che la morte dei 115 occupanti il volo AZ 112 era dovuta ad una esplosione all’interno dell’aereo.

 

I fascisti nostrani continuarono nella loro strategia eversiva. 

Il 28 luglio ’72, viene scoperto un nuovo campo di addestramento paramilitare a Menfi, nella valle del Belice, dove viene identificato fra gli altri Pierluigi Concutelli.

Sempre Concutelli il 30 ottobre partecipa all’assalto alla sede del PCI dove viene lanciato un ordigno esplosivo. Il 31 ottobre, assalto alla Camera del Lavoro. L’11 e il 12 dicembre esplodono due bombe in due commissariati di Polizia. Chiara provocazione contro la manifestazione indetta nell’anniversario della strage di Piazza Fontana per la liberazione di Valpreda.

La lista nera continua, ma in questi anni si è consolidata una forte coscienza antifascista e una rete di antifascismo militante che mette in seria difficoltà le “bravate fasciste”.

I fascisti hanno sempre più difficoltà ad organizzare la piazza anche per il pronto intervento degli antifascisti che presidiano il territorio. Una delle ultime bravate si concretizza nel febbraio del 1974 alla facoltà di Giurisprudenza, ma gli squadristi vengono sgombrati da una decisa azione della militanza antifascista.

La presenza fascista in città si fa sempre meno evidente, anche per la nascita e la diffusione capillare dei comitati popolari e di lotta, dei circoli del proletariato giovanile e di una diffusa rete di antifascismo militante.

Gli esponenti dell’estrema destra violenta tenteranno di riprendere terreno con “l’Eurodestra”, ma la risposta di piazza sarà decisa e   farà naufragare i loro progetti.

Contemporaneamente la carriera criminale di molti squadristi comincia ad acquistare  credito a livello nazionale.

Mentre diversi squadristi abbandonano il manganello e adottano il doppiopetto entrando nelle istituzioni elettive come membri del MSI (Lo Porto, Virzì, Coppolino, ecc.) o entrando nel sindacato neofascista CISNAL (Pagoto), Mangiameli e Concutelli cominciano ad essere referenti nazionali dell’eversione nera. Concutelli diviene il referente di Ordine Nuovo (fuorilegge), Mangiameli di Terza Posizione. Concutelli si incontra con Paolo Signorelli e Stefano Delle Chiaie, nel settembre 1975 ad un incontro ad Albano Laziale, per sancire la fusione di Avanguardia Nazionale ed Ordine Nuovo e la nascita di un nuovo soggetto politico.

La carriera criminale di Concutelli ha un’impennata il 10 luglio 1976 con l’uccisione a Roma del giudice Vittorio Occorsio, responsabile ai suoi occhi di svolgere indagini sugli ambienti dell'estremismo di destra.

Concutelli viene arrestato il 13 febbraio 1977 a Roma.

 

In carcere, Concutelli non rinnegò mai l'adesione alla lotta armata, rivendicando la paternità degli omicidi come esecutore e mandante militare, senza alcun pentimento   (dichiarandosi non terrorista ma “assassino”). Nel corso degli anni di reclusione, tentò più volte di evadere senza mai riuscirvi. La sua storia personale e politica e le azioni compiute negli anni della lotta armata ne fecero uno degli esponenti di rilievo dell'estremismo di destra degli anni ’70. Diventò un simbolo e un modello da imitare per tanti giovani estremisti di una nuova generazione, come Giusva Fioravanti e gli altri componenti del suo  gruppo di terrorismo nero, i NAR, per cui Concutelli rappresentava un vero e proprio archetipo del rivoluzionario di destra. Per questo motivo, i NAR stessi progettarono più volte la sua evasione, senza mai riuscire a metterla in opera.

In carcere Concutelli continuò ad uccidere. A Novara, istituto di massima sicurezza, durante l'ora d'aria mattutina del 13 aprile 1981, assieme al terrorista di destra toscano Mario Tuti, uccise Ermanno Buzzi, militante neofascista bresciano condannato in primo grado all'ergastolo per la strage di Piazza della Loggia.

Il 10 agosto 1982 stessa sorte venne riservata da Concutelli anche a Carmine Palladino, strangolato con una rudimentale garrota perché accusato di essere un delatore. Palladino, luogotenente di Stefano Delle Chiaie in  Avanguardia Nazionale, arrestato nell'ambito

dell'indagine per la strage alla stazione di Bologna e anch'egli recluso nel carcere di Novara, aveva dato segni di disponibilità a collaborare con i magistrati.

 

Nel 2009 a Concutelli la misura detentiva venne commutata, per motivi di salute, in arresti domiciliari, scontati a  casa del fratello. Il 18 aprile 2011 gli fu correttamente riconosciuta, sempre per gravi motivi di salute,  la sospensione della pena detentiva per un periodo di due anni, fino al 2 marzo 2013. Venne quindi trasferito in un appartamento sul litorale di Ostia, assistito da Emanuele Macchi, anche lui un militante del terrorismo di destra.

 

Questa cronistoria per far presente come un pericoloso squadrista sin dagli anni ‘60, approdato al terrorismo nero nella prima metà degli anni ‘70, assassino dichiarato, pluriomicida, abbia avuto un trattamento da parte della magistratura a dir poco di rispetto. Le sue entrate ed uscite dalle patrie galere si susseguono in modo ininterrotto dal 1969. La sua pericolosità è indubbia, il suo pentimento inesistente. Nonostante ciò, condannato a tre ergastoli, dal 2009 viene posto agli arresti domiciliari e dal 2011 viene sospesa la pena.

Libertà anticipata anche per i terroristi neri dei NAR come Giusva Fioravanti (105 omicidi) in libertà dal 2009 e Francesca Mambro (96 omicidi) in libertà dal 2008. 

Da ricordare che Giusva Fioravanti, suo fratello Cristiano e la Mambro uccisero il 9 settembre 1980 Ciccio Mangiameli (per poco non arrivarono ad uccidere anche la moglie e la figlia), perché testimone degli accordi presi a Palermo su l'uccisione di Piersanti Mattarella e sulla strage di Bologna.

Il giudice Giovanni Falcone aveva imboccato la pista “nera” per l’omicidio del Presidente Piersanti Mattarella avvenuto il 6 gennaio 1980 a Palermo. L’inchiesta di Falcone si incentrava sul connubio tra Cosa Nostra e l’eversione nera. L’indagine prendeva spunto anche dal riconoscimento visivo, da parte della moglie del Presidente assassinato, di Giusva Fioravanti. Falcone riteneva che Fioravanti e Cavallini, dirigenti dei NAR, avessero stilato un patto di scambio con Cosa Nostra: l’uccisione di Mattarella in cambio dell’evasione di Pierluigi Concutelli dal carcere dell’Ucciardone. Ma questo filone delle indagini fu poi sottaciuto.

 

Il trattamento di favore che ricevono i neofascisti dalla magistratura è alquanto diverso da quello riservato ai militanti anticapitalisti, comunisti e anarchici. Fra questi Alfredo Cospito, condannato a 10 anni per il ferimento di un dirigente dell’Ansaldo (pena già scontata per intero), è sepolto in galera in regime di 41bis e la procura ha chiesto l’Ergastolo Ostativo (fine pena mai, nessuna possibilità di sconti o benefici) con l’accusa (infondata, senza nessuna prova concreta) di avere messo di notte una bomba carta in una scuola dei carabinieri, bomba che non ha fatto né morti né feriti né danni materiali. L’accusa, però, rispolvera un articolo del vecchio codice fascista Rocco: “strage contro lo stato”. 

Alfredo Cospito viene perseguitato perché è anarchico e non rinuncia ai suoi principi e alla lotta contro lo stato di cose esistente e perché mira ad un Mondo senza servi né padroni, un Mondo di liberi/e e uguali, quindi un individuo pericoloso da mettere sotto chiave a prescindere se ha o non ha commesso reati. E sino ad oggi non c’è nessuna preoccupazione per la vita di Cospito che continua dall’ottobre 2022 un lunghissimo sciopero della fame contro il regime di   41bis.

Dunque, mentre a Concutelli furono concessi giustamente i benefici di legge con la sospensione della pena per motivi di salute, non c’è invece nessuna attenzione per la vita di Cospito. 

 

una versione ridotta dell’articolo è stata pubblicata su Pressenza.com/it/2023/03