COMUNICATO STAMPA
Comitato Rodotà Palermo
anche in città la raccolta firme per la presentazione della legge popolare
entra
nel vivo la raccolta firme per la presentazione della legge popolare sui beni comuni: “Serve
compiere un piccolo gesto per preparare un grande cambiamento”
[accì] Il
Comitato Rodotà Palermo- per la difesa
dei beni comuni , per la giornata nazionale del FIRMA DAY di domani, ha
organizzato un proprio banchetto in via Ruggero Settimo (sotto i portici di
Piazzale Ungheria) a partire dalle ore 15,30 fino alle 21,00. Per quanti
saranno impossibilitati a sottoscrivere nella giornata di domani si ricorda che
è comunque possibile recarsi -negli orari di apertura- nell’ufficio elettorale
dell’Amministrazione comunale palermitana e chiedere – esercitando così il proprio diritto costituzionale - di poter
firmare per il Disegno Legge di Iniziativa popolare, per la modifica del Codice
Civile con l’introduzione della categoria dei Beni Comuni. Per poter presentare
la proposta di legge in Parlamento serve raggiungere quota 50 mila firme. Ecco
perché serve compiere “un piccolo gesto per preparare un grande cambiamento”.
Scrivono,
inoltre, dal Comitato Nazionale “S. Rodotà”
(promotore del disegno di legge): “il FIRMA DAY 26 LUGLIO sarà una
giornata davvero speciale, all'insegna della partecipazione e della democrazia,
della gioia e della grande passione per il nostro Paese e per la sua bellezza”.
Questi
mesi di campagna hanno sensibilizzato migliaia e migliaia di cittadini,
diffondendo una nuova coscienza civile volta alla tutela effettiva e concreta
dei beni comuni, consentendo così alle future generazioni di poterne godere appieno. “A tal
fine è necessario che i beni comuni siano riconosciuti politicamente e
giuridicamente come solida alternativa al duopolio fra pubblico e privato le
cui collusioni ai danni della cittadinanza sono sotto gli occhi di tutti”.
Insomma,
nel quadro della crisi delle istituzioni e della democrazia rappresentativa (vedi
il trend sempre più crescente dell’astensionismo elettorale), chissà che, dopo aver toccato il fondo,
il rapporto politico della partecipazione sociale attiva e democratica, a
partire dai principi costituzionali della nostra Carta, “non sia proprio dai
beni comuni che possa ripartire una coalizione ampia e variegata che faccia
della serietà istituzionale, dell’ambientalismo vero e dell’inclusione sociale
fondata sui diritti individuali e i doveri di solidarietà sociale la propria
bandiera”. Questa speranza si deve anche all’alto profilo umano e politico della
figura di Stefano Rodotà e alle sue battaglie che abbiamo il dovere di
proseguire.