martedì 9 aprile 2019

CLIMA \ SOLIDARIETÀ \ ECONOMIA SOSTENIBILE

PORRE FINE ALLA CONTRAPPOSIZIONE DISTRUTTIVA 
LAVORO vs AMBIENTE
PER IL GREEN NEW DEAL SERVE ANCHE IL SINDACATO

Jane McAlevey
per avere la forza di vincere entro il 2030 la battaglia contro 
il cambiamento climatico 
bisogna porre fine alle contrapposizioni tra ambientalisti e sindacalisti  
organizzando una strategia comune per il clima ed il lavoro
  
Gli ambientalisti parlano sempre di lavori green, ma in pratica non riescono a riconoscere che dedicarsi a creare lavori ben retribuiti e tutelati è essenziale per avviare una collaborazione efficace con i sindacati. E così, nel 2014 un gruppo di sindacati di New York, i cui membri erano stati duramente colpiti in tutto lo stato dall’uragano Sandy, decise di avviare un processo di auto-formazione sulla crisi ambientale. Formarono un gruppo di lavoro che includesse nella soluzione i sindacati più importanti: nei settori dell’energia, dei trasporti e delle infrastrutture, così come nei servizi pubblici. Si posero l’obiettivo di vedersi una volta ogni trimestre e di iniziare dall’auto-formazione, invitando scienziati esperti di cambiamenti climatici per capirne meglio le minacce.
Come parte di quest’auto-formazione, i sindacati hanno mandato una delegazione di New York in Danimarca la scorsa estate, ospitata dai sindacati danesi. Secondo Alvarez, «era davvero importante andare oltre la discussione e assistere in prima persona e incontrare i lavoratori sindacalizzati danesi negli impianti di manifattura, per vedere come fosse stata vissuta e accolta la transizione all’eolico dai lavoratori danesi”.
In soli tre anni, il gruppo di lavoro ha prodotto un report rivoluzionario in collaborazione con Skinner, intitolato “Ribaltare le disuguaglianze, combattere il cambiamento climatico: un programma di posti di lavoro green per lo stato di New York”. Il report – esaustivo, intelligente, con contributi di tutti i sindacati più importanti – dovrebbe servire da modello per ciò che sarebbe auspicabile accadesse adesso sia stato per stato che a livello nazionale. I sindacati sono passati velocemente dal report all’azione, utilizzando gli strumenti sindacali per portare a casa un’importante vittoria: New York provvederà a metà delle sue necessità energetiche con fonti di energia eolica rinnovabile offshore entro il 2035.L’accordo raggiunto, che finora vale 50 miliardi di dollari, include la garanzia di posti di lavoro tutelati dai sindacati conosciuti come Project Labor Agreement, o Pla. E la battaglia è soltanto cominciata. Non c’è nessun altro stato, per non parlare di uno stato importante, che abbia un piano concreto per ridurre della metà la sua dipendenza dai combustibili fossili così velocemente. È successo perché, come ha detto Skinner, «i sindacati si sono istruiti e hanno capito molto bene di che cosa abbiamo bisogno per essere davvero seri su questa questione dei lavori green”. Un piano per dei posti di lavoro green deve essere guidato da persone che sanno di cosa stanno parlando
Un vero e proprio Quartier generale per vincere la battaglia per il Green New Deal deve iniziare con i sindacati che fanno quello che i sindacati hanno fatto a New York: prendere l’iniziativa, prendere il problema maledettamente sul serio, e usare la loro conoscenza e potere per fare un passo in avanti e architettare un piano serio per vincere. I sindacati di New York non sono rimasti seduti a lamentarsi, aspettando di essere invitati a qualche stupido tavolo politico dove tutti parlano uno dopo l’altro e non si combina niente, mentre gli avversari continuano a seminare zizzania producendo danni duraturi. A New York è stato raggiunto un accordo proprio perché i sindacati avevano il potere di portare i sussidi pubblici – e cioè le tasse – in un accordo che li metteva in condizione di soddisfare sia gli standard scientifici di riduzione delle emissioni, sia i criteri sindacali di un salario soddisfacente e altri benefit – tutte cose che i membri del sindacato si aspettavano, e per cui erano disposti a lottare. Entrambi sono fattori decisivi per modificare l’economia al ritmo e alle dimensioni di cui abbiamo bisogno.
Come pagheremo per questo? Christian Parenti ha recentemente fatto notare che le corporation sono attualmente sedute su 4,8 miliardi di dollari in contanti – una fetta dei 22,1 trilioni che hanno accumulato. Questi soldi potrebbero essere usati per modificare rapidamente l’economia in direzione di una green economy fortemente sindacalizzata, tale che possa riprodurre una qualità della vita dignitosa per i lavoratori del futuro e porre fine alla contrapposizione distruttiva lavoro vs. ambiente.
Ma per avere accesso a quei soldi, c’è bisogno di forza e conoscenze – il tipo di forza che i sindacati di New York ancora hanno, insieme con quelli di alcuni grandi stati. Per ricostruire la forza sindacale ovunque, il movimento ambientalista deve partecipare alle loro battaglie – partecipare veramente, non semplicemente parlare dei lavori green. Questo significa difendere attivamente il diritto di sciopero dei lavoratori e supportarli concretamente.
Il tipo di organizzazione e la forza che crea saranno necessari per aumentare le tasse sui grandi patrimoni (anziché limitarsi a parlarne) e fare progressi nel dirottare fondi federali dai combustibili fossili a un’economia sicura e resiliente che funzioni sia per gli esseri umani che per il nostro pianeta. E sarà necessario ricostruire velocemente il movimento ambientalista cambiando approccio rispetto a quello chiaramente perdente basato sulle battaglie legali, verso la costruzione di una base di massa vera e della forza che ne deriva.
Fare davvero un Green New Deal significa ricostruire un settore pubblico robusto. Un settore pubblico robusto significa un futuro pieno di ottimi posti di lavoro per donne e uomini di colore. Ma gli attacchi delle destre a quello che resta del settore pubblico e ai suoi sindacati continueranno a oltranza. Non è troppo tardi per gli ambientalisti e tutti gli alleati progressisti per decidere di stare davvero dalla parte dei lavoratori e dei loro sindacati – ma non c’è tempo da perdere. I buoni sindacati sanno al meglio come condurre una battaglia dura con una scadenza precisa. È tempo di mettere su un Quartier generale per la guerra da vincere entro il 2030 – adesso.
Jane McAlevey è stata un’organizer e una negoziatrice nel movimento dei lavoratori per vent’anni. Continua a lavorare nel sindacato, scrive su diverse riviste e ha pubblicato due libri: Raising Expectations (and Raising Hell) e No Shortcuts, Organizing for Power in the New Gilded Age
estratto dall'articolo integrale uscito anche in lingua originale su Jacobinmag.com (traduzione è di Gaia Benzi)