sabato 20 dicembre 2025

Ultradestre con benedizione atlantica

 -Marco Bascetta-

"Questo indecente catalogo di prescrizioni ha in Europa dei precisi interlocutori politici: i partiti della destra nazionalista" 


Gli Stati Uniti hanno sempre diffidato dell’Unione europea non di rado ostacolandola, e Donald Trump non ha mai fatto mistero del suo particolare disprezzo. Ma ora tutto questo è nero su bianco nel documento National Security Strategy.

Che espone una linea di condotta ben precisa e priva di tatto. Le avvisaglie non erano mancate: il fastidio per le posizioni di Bruxelles sull’aggressione russa all’Ucraina, la guerriglia dei dazi contrastata dall’Unione con una sconcertante e perdente timidezza, le simpatie per le formazioni dell’estrema destra già anticipare da Elon Musk e Vance. Il messaggio è inequivoco: l’Europa deve seguire ed emulare sul piano ideologico, economico, geopolitico la dottrina Maga, ma pagando di tasca propria senza più contare sui soldi e sulle armi americane. Semmai contribuendo ai profitti dell’industria estrattiva e bellica statunitense. Ma perché questo disegno possa svilupparsi senza intralcio è necessario che il processo di integrazione dell’Europa non solo si arresti ma regredisca. Che le ultime protezioni contro lo strapotere dei capitali cadano, che le tutele dei più deboli, specialmente se migranti, vengano rimosse, che le più brutali posizioni dell’estrema destra e i suoi “valori” gerarchici e disciplinari siano definitivamente sdoganati.

Questo indecente catalogo di prescrizioni ha in Europa dei precisi interlocutori politici: i partiti della destra nazionalista che in quasi tutti i paesi del Vecchio continente hanno acquisito ormai abbastanza forza da incalzare i governi o condizionare pesantemente il quadro politico. Le relazioni privilegiate di Washington si sono così spostate dal centro liberale a quella destra radicale che durante la Guerra fredda veniva buona soprattutto per le più sporche operazioni anticomuniste.

La parola d’ordine della “remigrazione”, ossia la deportazione in massa di migranti, rifugiati e residenti di origine straniera, bandiera dei peggiori neofascismi europei e contro la quale milioni di persone erano scese in piazza in Germania, è per filo e per segno la stessa politica che Trump applica ai migranti e ai rifugiati negli Stati uniti. E che vorrebbe vedere prender piede anche in Europa ad opera di governi sovranisti, autoritari, xenofobi e accomunati dalla strenua difesa della “civiltà europea”, messa infine al riparo da qualunque ricostruzione critica della sua storia. Più che altro, dal punto di vista della Casa Bianca si tratta di un feticcio che vieta all’Europa di cercare nel mondo interlocuzioni e relazioni diverse da quella con un’America sempre più arcigna e ricattatoria. Ci sarebbe stato da aspettarsi uno scatto d’orgoglio da parte dell’Unione europea trattata da vassallo in maniera così sprezzante e invasiva. Tuttavia, fino ad oggi i governi europei non hanno fatto altro che ribadire l’incrollabile amicizia con gli Stati Uniti e chiunque li governi e lodare il genio geopolitico di Donald Trump, anche quando assumeva posizioni lontanissime se non ostili a quelle europee.

Oggi gli Stati Uniti non sono alleati dell’Europa ma delle destre antieuropeiste che mirano a ridisegnare in chiave nazionalista e autoritaria lo spazio politico europeo. Lo storico filoatlantismo liberale ne risulta spiazzato. Ma le indicazioni espresse dalla dottrina Maga potrebbero anche suggerire alle forze centriste di andare incontro a diffuse tentazioni che circolano nelle loro file, rompere i tabù e formare maggioranze insieme alle destre populiste e xenofobe, questa volta con la benedizione di Washington. Il pericolo è molto concreto e le forze europeiste dovrebbero reagire tempestivamente a un attacco a tutto campo e senza precedenti.

questo testo è stato pubblicato sul manifesto del 6 dicembre 2025

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