Finalmente la coda del corteo si accingeva ad uscire fuori da Piazza Bologni (lo spazio, a poco più di un centinaio di metri dalla Cattedrale, dove sono confluite le migliaia di cittadine e cittadini palermitani per partecipare alla manifestazione a sostegno della Flotilla) e già – guardando dall’alto, in piedi sopra i dissuasori di cemento posti lungo l’asse viario dell’antico Kassaro – la testa del serpentone era in prossimità di giungere al passaggio della regale Porta Felice, al di là della quale si apre sul mare il grande golfo panormita della “città tutto-porto” che con la straordinaria ampiezza naturale mostra la sua millenaria vocazione all’accoglienza.

coda del corteo (©Gaspare Semprevivo)
Un’immagine simbolica più degna di questa non poteva esserci per unire Palermo all’abbraccio caloroso dell’operazione umanitaria internazionale, denominata Global Sumud Flotilla, per correre in aiuto al popolo palestinese che sta subendo l’atroce genocidio, di cui ormai nessuno osa negare il compimento da parte del più reazionario dei governi sionisti conosciuti nella storia di Israele.

foto: ©Gaspare Semprevivo
Prima dell’avvio della marea di gente raccoltasi a piazza Bologni (intrattenuta da un gruppo di “danza e tamburi” che ha poi accompagnato – suonando e ballando ininterrottamente, per tutta la durata della manifestazione – il fiume in piena che sfilava sull’asse principale del centro storico) è intervenuto l’Arcivescovo Corrado Lorefice che ha sostanzialmente ribadito il suo sostegno – come ha più volte fatto in questi giorni di pellegrinaggio in devozione a Santa Rosalia – alla spedizione umanitaria posta in essere dalla missione Global Sumud Flotilla, nel tentativo di portare a Gaza aiuti e farmaci alla popolazione: un “segno di disperata speranza” per dire no alla “spietata violenza”, a chi “semina fame e morte”.
A caratterizzare il tardo pomeriggio della giornata è stata la vibrante ed esplosiva rumorosità fatta con tante pentole e coperchi che risuonavano sotto i colpi di robusti battitori (resisi forse necessari dopo l’esperimento del flashmob improvvisato innanzi al Teatro Massimo, nella giornata nazionale per la rottura del silenzio su Gaza di fine agosto scorso, dove qualche cucchiaio di legno fu incolpevolmente spezzato).

foto: ©Melania Messina

foto: Melania Messina
Insomma, tra tamburi e arnesi culinari, la gran cassa della solidarietà palermitana espressa alla missione della flotta umanitaria per la Palestina si è fatta sentire alta e forte. Purtroppo non tutta la stampa locale ha drizzato le antenne, facendo finta di non sentire l’eco di una piazza (forse diecimila persone) straordinariamente partecipata come poche altre negli ultimi anni nella nostra città.
Così come sorde sono da tempo – senza alcuna speranza di risveglio dell’udito – le orecchie delle istituzioni, dal governo nazionale a quello siciliano, agli enti intermedi dello stato; de facto complici d’Israele nel genocidio consumato giorno per giorno dalla mano assassina sionista, non vedono e non sentono le grida che promanano da tutte le piazze del Paese, nascondendo un dato significativo, secondo cui la stessa maggioranza silenziosa della società civile, fin dall’inizio della sciagurata “guerra ucraina”, è contraria ad ogni conflitto bellico e contro la politica del riarmo e – a maggior ragione – avversa alle politiche coloniali sioniste, all’occupazione dei territori di Palestina e alla pulizia etnica perpetrata sulle popolazioni che lì abitano da sempre.
La manifestazione si è conclusa come previsto alla Cala, sulla banchina dell’antico porto cittadino: oltre ad alcuni interventi si sono alternate diverse performance musicali e artistiche

foto: ©Melania Messina
In ultimo vogliamo fare una nostra breve considerazione e lo diciamo con nettezza senza infingimenti: l’iniziativa di massa di ieri non è attribuibile a nessuna delle più o meno strutturate presenze politiche, che pure in questi anni bellicosi hanno mantenuto aperto un canale d’opposizione al ceto politico che si è ritrovato unito nella logica guerrafondaia (con l’eccezione di quelle forze parlamentare a sinistra del PD). Basta considerare che lo straordinario corteo di ieri non era intruppato nei soliti spezzoni. Infatti, la maggior parte della gente sfilava liberamente, senza bisogno di identificarsi con qualche realtà specifica: giovani, vecchi, famiglie con prole a seguito sciamavano in lungo e in largo senza sbarramenti identitari.
Abbiamo espresso – nella sostanze – le stesse valutazioni che avevamo già scritto nei commenti delle grandi manifestazioni che si sono tenute sul piano nazionale e che hanno richiamato anche in quelle occasioni grandi numeri. Tutto ciò testimonia che una massa critica sta sempre più crescendo: essa si colloca al di là di ogni pretesa egemonia politica. È bene prenderne atto e prepararsi a seguire modelli di partecipazione orizzontale più consoni a queste contemporanee moltitudini.
foto copertina di ©Fabio Militello
Pressenza Agency - Redazione Italia
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