- ARCI -
È UN SEGNALE GRAVISSIMO PER MILANO
Lo sgombero improvviso del centro sociale Leoncavallo rappresenta un segnale estremamente preoccupante per la città di Milano. Non colpisce solo una parte della cittadinanza – come qualcuno vorrebbe far credere – ma l’intera comunità. Il Leoncavallo, infatti, è da decenni un punto di riferimento fondamentale per la vita politica, culturale e sociale della città, oltre a rappresentare un presidio vivo e accogliente in quartieri storicamente complessi e marginalizzati
Fa parte di quel tessuto di prossimità composto da migliaia di spazi associativi, culturali e sociali che, in assenza di un’adeguata presenza delle istituzioni, garantiscono concretamente coesione, ascolto e partecipazione nei territori.
La storia del Leoncavallo parla da sé: dalla militanza antifascista e la lotta contro il traffico di eroina negli anni ’70 e ’80, fino alle battaglie sociali e antiproibizioniste degli ultimi decenni. E non si può parlare della storia culturale di Milano senza riconoscere il contributo straordinario che questo centro ha dato alla città con eventi, musica, arte, dibattiti e aggregazione.
Per questo – e per molto altro – il Leoncavallo non può e non deve chiudere.
Come cittadine e cittadini – prima ancora che come attivistə – vogliamo capire: perché, a fronte di una trattativa in corso per l’assegnazione di un nuovo spazio e di un accordo con l’Amministrazione Comunale che prevedeva il rilascio volontario dell’attuale sede entro la fine di settembre, si è scelto di forzare i tempi con uno sgombero anticipato? Chi ha voluto questa accelerazione e per quale motivo? Dove è stata presa questa decisione?
Ci preoccupa il contesto: le pressioni della destra sono arrivate fino al Ministero dell’Interno, dove una sua delegazione è stata ricevuta dal Ministro Piantedosi lo scorso 30 luglio.
Oggi, esponenti del peggior governo della storia repubblicana festeggiano lo sgombero con dichiarazioni indegne, mentre tacciono sull’occupazione illegale e sulle attività criminose delle organizzazioni neofasciste che continuano ad agire indisturbate, spesso con la loro complicità o tolleranza.
Esprimiamo tutta la nostra indignazione per questa scelta che non fa altro che acuire le tensioni e rendere più difficile una situazione già fragile. E ribadiamo la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni del Leoncavallo.
Auspichiamo una soluzione rapida e rispettosa che tenga conto del valore storico, culturale e sociale di un’esperienza che ha segnato e continua a segnare profondamente la vita della nostra città.
Arci è a disposizione della città di Milano affinché venga garantita la continuità del Leoncavallo e del suo prezioso lavoro sul territorio.[Maso Notarianni, presidente Arci Milano, Lodi, Monza Brianza,Walter Massa, presidente Nazionale Arci,Massimo Cortesi, presidente Arci Lombardia]
[Foto di copertina Leoncavallo]
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