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Una corrispondenza di Sergio Scandura
“Illegittimità del provvedimento: che deve pertanto essere annullato”. Piantedosi, Salvini e Meloni prendono l’ennesima sberla dalla Giurisdizione (Sergio Scandura, Corrispondente senior per il Mediterraneo, di Radio Radicale (OSINT))
1. Il Tribunale di Vibo Valentia, con una sentenza pronunciata il 4 dicembre, ha annullato definitivamente il fermo amministrativo comminato dagli organi di polizia il 30 ottobre 2023 alla nave di soccorso ONG Sea Eye 4, secondo i ‘dettami’ vessatori del c.d. decreto Piantedosi.
Vicenda incredibile in punto di cronaca, supportata da fatti documentati. Sea Eye un anno fa sbarca a Vibo Valentia 48 Superstiti (tra cui 13 donne, un bambino, due neonati) e 4 cadaveri: il risultato drammatico di un soccorso in acque internazionali il 27 ottobre 2023, nella cui scena SAR una vedetta libica Made In Italy consegnata da Roma a criminali spacciati per guardia costiera, con manovre intenzionalmente pericolose e moleste getta nel panico una cinquantina di Naufraghi a bordo. Persone tuffate in mare, donne e bambini inclusi. Bilancio: 48 superstiti, una donna incinta che, dopo l’evacuazione medica d’urgenza (MEDEVAC) a Lampedusa, si scoprirà aver perso il bimbo, 4 i corpi privi di vita rinvenuti.
Nonostante questo episodio drammatico vissuto in mare da Naufraghi ed equipaggio ONG, nel pomeriggio del 30 ottobre 2023 le autorità di Polizia notificano al comandante della Sea Eye 4 un fermo amministrativo di 20 giorni per la nave e una multa di tremila euro, “per non aver seguito le istruzioni della guardia costiera libica”.
Nell’accogliere il ricorso presentato dagli avvocati Dario Belluccio, Daniele Valeri e Lidia Vicchio, legali della ONG, il tribunale di Vibo ha ritenuto illegittimo la sanzione comminata per via amministrativa dal Viminale: e ha condannato la “parte resistente (qui qualificati in atti nel MIT per la Guardia Costiera e nel Ministero delle Finanze per la Guardia di Finanza) a rifondere alla parte ricorrente le spese di lite che liquida in euro 10.860,00, per compensi oltre spese di contributo unificato, rimborso forfettario delle spese generali, IVA e CPA come per legge”. L’odierna sentenza di annullamento del tribunale di Vibo Valentia, ricalca (e pur richiama) praticamente le stesse motivazioni già intervenute il 26 giugno scorso nell’analogo annullamento del Tribunale di Crotone.
Anche in questo caso per il tribunale di Vibo Valentia, gli organi di polizia, ‘enti accertatori’, non sono stati in grado di produrre prove e documenti a sostegno degli assunti accusatori contro le ONG: “l’amministrazione non ha allegato alcuna documentazione volta a comprovare la pericolosità dell’operazione di salvataggio posta in essere dalla SE4 ” a sostegno della – improvvida – accusa secondo cui la ONG avrebbe messo in pericolo i Naufraghi nel non aver seguito le indicazioni della c.d. ‘autorità libica’. Non solo. Nell’aver accertato la genuinità operativa della nave ONG Sea Eye 4 – aderente alle leggi internazionali – il tribunale in sentenza contempla come non si possa sostenere altrettanto per la cosiddetta guardia costiera libica che “iniziava una pericolosa manovra, interponendosi tra la SE4 e l’imbarcazione con a bordo i naufraghi, circumnavigando quest’ultima, e creando onde pericolose per il gommone, che iniziava ad imbarcare acqua” fino al gommone “giunto in avaria nei pressi della SE4” con le Persone che “cadevano in mare e cercavano di salire sulla stessa”.
Il tribunale ha anche rilevato come “le indicazioni dei Libici non possono considerarsi emesse nel rispetto della normativa internazionale. Costituisce circostanza incontestata che la Guardia Costiera Libica non ha coordinato alcun intervento ma si è limitata a chiedere alla ONG di abbandonare l’area di soccorso senza fornire alcuna indicazione in ordine alle modalità di svolgimento delle operazioni di salvataggio. Dalla documentazione in atti non risulta che le stesse autorità libiche intervenute per coordinare sul posto le operazioni di recupero dei migranti abbiano reso noto nessun luogo sicuro dove trasportare i sopravvissuti”. La sentenza di annullamento della sanzione a carico della nave di soccorso porta la firma della Giudice Ida Cuffaro, figlia dell’ex presidente della regione siciliana Totò.
27 ottobre 2023 08:17 > 10:20 UTC , 33 25N 012 05E 29 Miglia nautiche a nord di Zuara. Acque internazionali della area SAR libica (1).
50 Naufraghi ca. a bordo di un gommone nero usa e getta sovraccarico in fuga dall’inferno della Libia (2) .
Venerdì 27 ottobre 2023. Dopo una segnalazione di Alarm Phone, Sea Eye4 arriva sulle coordinate dell’allerta. Sulla scena SAR si trova già la vedetta libica: la cosiddetta Guardia costiera libica ordina via radio di allontanarsi dalla scena, pena la minaccia di attacco armato contro la ONG. Mentre la cosiddetta Guardia costiera libica cercava di catturare alcune Persone finite in acqua per panico, il gommone si allontana in fuga dalla violenza delle milizie di mare. Durante il tentativo di fuga, altre Persone ancora cadono nuovamente in acqua: la vedetta libica continuerà a fare manovre pericolose, con il solito carosello di virate a pelo, sia sul babordo che sul tribordo della imbarcazione stracarica di Naufraghi, sollevando ulteriore onda, compromettendo la stabilità di gommone usa e getta, fatto con polimeri di scarsa tenuta sui tubolari: una scena che si consuma peraltro in condizioni di mare formato (vedasi increspatura nelle immagini).
Il SAR team Sea Eye mette in mare il RHIB di soccorso in mare, recuperando a bordo le Persone: tre Naufraghi erano già in stato di incoscienza, a rischio vita (verrano poi stabilizzati e trattati con ossigeno terapia per polmoni intasati di acqua), quattro corpi privi di vita verranno ritrovati nel gommone. Alcuni dei Naufraghi risulteranno dispersi e non resterà chiaro se siano stati catturati e illegalmente respinti dalla c.d. guardia costiera libica o se siano perfino annegati durante le manovre criminali delle milizie di mare.
Superstiti a bordo, in serata Sea Eye punta la prua a nord verso Lampedusa (tracciato 1). A bordo della nave ONG, una donna incinta lotta per la vita: il battito cardiaco del bimbo in grembo non risulta rilevabile.
Sea Eye in un comunicato stampa poi denuncerà che: “il capo missione aveva già chiesto più volte al Centro italiano di soccorso marittimo un’evacuazione medica urgente. Ogni volta, però, l’Italia ha fatto riferimento al Centro di controllo del soccorso marittimo libico e al servizio di telemedicina italiano. Il centro di coordinamento del soccorso marittimo libico non ha risposto alla richiesta di aiuto nemmeno dopo diverse ore. Il servizio di telemedicina italiano contattato è giunto alla conclusione che fosse necessaria un’evacuazione medica. Tuttavia, il centro di coordinamento delle emergenze italiano a Roma ha continuato a negare ogni responsabilità e ha fatto nuovamente riferimento alla Libia. L’Italia si presenta come uno Stato che non rispetta né la vita di una donna incinta né quella di un bambino (poi deceduto n.d.r.) non ancora nato. È uno scandalo medico, etico e umanitario che dovrebbe essere portato davanti a tutti i tribunali del mondo”.
Sabato 28 ottobre 2023. Nessun elicottero verrà mai inviato dagli RCC di Roma e La Valletta per evacuare la donna incinta, in stato di vulnerabilità. Dopo otto ore di navigazione dall’evento SAR, la nave di soccorso ONG Sea Eye 4 arriverà finalmente alla fonda di Lampedusa per evacuare la donna incinta. Il Viminale assegna la rotta vessatoria per Vibo Valentia: prua a nord est, verso il POS di sbarco indicato secondo il c.d. decreto Piantedosi.
Lunedì 30 ottobre 2024. Dopo lo sbarco a Vibo Valentia di 48 Naufraghi e 4 cadaveri, la ONG verrà raggiunta dalla sanzione del fermo amministrativo di 20 giorni e dalla multa di tremila euro per il comandante della nave di soccorso Sea Eye 4.
Mercoledì 4 dicembre 2024. Seppur in sede civile, la Giudice Ida Cuffaro del Tribunale di Vibo Valentia, con una sentenza di annullamento della sanzione comminata un anno fa, rende Giustizia alla ONG e alle vittime dell’ennesima modalità violenta dei criminali spacciati per Guardia Costiera addestrati e attrezzati dal governo italiano.
https://www.a-dif.org/2024/12/06/ancora-una-sconfitta-in-tribunale-per-il-decreto-piantedosi-contro-i-soccorsi-umanitari-una-corrispondenza-di-sergio-scandura/
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