giovedì 3 agosto 2023

ARTE ARMATA? NO, GRAZIE!

  -Fausta Ferruzza*-   La  mostr'uosità della guerra in pinacoteca 

"Cosa abbia a che vedere tale ‘mostra’ 

in un luogo deputato all’arte non è chiaro"


Recandosi alla G.A.M. (Galleria d’Arte Moderna) di Palermo per visitare la mostra di Avedon (capolavori della fotografia) e – perché no? – anche la pinacoteca (capolavori della pittura siciliana dei secoli XIX e XX) non ci si aspetta di trovare un’esposizione di tutt’altro genere: i Cento Anni dell’Aeronautica Militare Italiana! Pannelli storici, foto, esaltazioni delle imprese…

Cosa abbia a che vedere tale ‘mostra’ in un luogo deputato all’arte non è chiaro. 

Ma dovremmo ormai esserci abituati/e. Le Forze Armate, impercettibilmente, sono presenti ovunque: con parate nelle piazze, stand nei centri commerciali, attività ‘educative’ nelle scuole di ogni ordine e grado, sponsorizzazioni (e relativi indirizzi della ricerca) in ogni ramo delle Università. Del resto siamo in guerra – in modo impercettibile, sia chiaro. E come si può far accettare la crescita esponenziale delle spese per armamenti (mentre si taglia implacabilmente la spesa sociale) se non creando assuefazione al mondo militare, finché non diventi uno sfondo familiare di ogni ambito e attività umana?

Ci stanno riuscendo egregiamente. Ma non tutti/e siamo disposti/e ad accettare che venga calpestato lo spirito della Costituzione, che parla di pace nella forma di ripudio della guerra. E non si può equivocare con letture di comodo il testo nato all’indomani dell’ultima carneficina mondiale. Non ci abitueremo mai alla risoluzione armata dei conflitti, allo svuotamento delle Istituzioni internazionali create per risolverli, alle violazioni del diritto internazionale che palesemente non sono state e non sono da una sola parte.

Intanto chiediamo alla direzione della G.A.M. di rimuovere la suddetta mostra e di non accettare più, in quanto luogo di cultura, luogo di pace, di essere strumento di promozione della cultura di guerra. E invitiamo tutta la popolazione, in particolare all’interno dei luoghi di formazione (scuole, università…) a vigilare affinché l’educazione armata’ in tutte le sue forme, anche le più accattivanti o ‘inoffensive’, venga tenuta lontana da chi dovrebbe essere guidato/a, nella sua crescita, ad esercitare le capacità relazionali per la convivenza civile, non ad apprendere i ‘valori militari’ che tanto danno hanno prodotto nella Storia e nel nostro presente.

* Presidio di donne per la pace Palermo