Greenpeace International
Basta fondi europeiper armi e guerre
Mentre tutto il mondo
affronta la crisi sanitaria, sociale e ambientale più grande di tutti i tempi,
mentre i nostri giornali si riempiono di notizie sulla guerra straziante e
“inutile” (come se ci fossero guerre utili) in Afghanistan, l’industria bellica
continua a proliferare e arricchirsi
Proprio il 2020 è stato
l’anno “migliore” per i venditori di armi, grazie ad un record di investimenti
da parte dell’Unione Europea. Ed è così che la pace rimane una bella parola,
mentre la guerra invece conviene. Non è un caso che, come rivela il
Global Peace Index, i livelli di pace nel mondo siano in costante calo dal
2008.
Mentre l’industria
bellica guadagna, noi cittadini perdiamo tutti: perdiamo umanità, perdiamo
sicurezza, perdiamo tempo prezioso per combattere la crisi climatica.
Nei prossimi 7 anni
l’Unione Europea stima di spendere per la difesa, incluso lo sviluppo di nuovi
armamenti, circa 20 miliardi di euro. Fondi che potrebbero essere impiegati per
prevenire incendi, mettere in sicurezza le abitazioni e i Comuni a rischio
idrogeologico, investire in agricoltura ecologica e energie rinnovabili per
diminuire le emissioni di gas serra e investire per la sicurezza delle persone
in tutta Europa.
Per questi motivi
Greenpeace ha lanciato la petizione “L’Europa spende, l’industria
bellica cresce e il Pianeta diventa sempre più insicuro. BASTA FONDI EUROPEI
PER ARMI E GUERRE” per chiedere all’Unione Europea di fermare i finanziamenti
per il settore militare e utilizzare questi fondi per far fronte all’emergenza
climatica.
Per costruire davvero un
futuro di pace. I cambiamenti climatici e la scarsità di risorse – di acqua,
terreni coltivabili, energia – porteranno a nuovi conflitti che le armi e la
violenza non riusciranno mai a risolvere, ma solo ad aggravare.
Greenpeace è nata 50
anni fa per costruire un mondo in cui le persone convivono pacificamente, in
armonia con la Natura: quella che i suoi fondatori chiamavano “Pace Verde”,
ovvero l’unica pace possibile in un mondo in cui le limitate risorse naturali
siano rispettate, celebrate e condivise e in cui ci sia cooperazione tra esseri
umani e sia rispettata la dignità di ciascuno.