Bloc-News della contronarrazionesociale
Lampedusa. Donna trentottenne della Costa d’Avorio al nono mese di gravidanza – arrivata su una barca di migranti – partorisce bimba nell’isola dell’arcipelago delle Pelagie che dal 1992 non registrava nascite: un vero e proprio evento storico
Mamma e figlia stanno bene e sono state avvolte dalla rete di solidarietà intessuta dalla popolazione per quanto necessario alla neonata e alla puerpera, di nome Rita. La madre, in segno di gratitudine, alla bambina ha dato il nome di Maria, lo stesso dell’infermiera corleonese Raimondo che – come rileva ilsicilia.it – l’ha supportata ed assistita durante il parto. Sul lieto evento è intervenuta anche la Dirigente dell’ASP di Palermo, Daniela Faraoni, che ha rilasciato la seguente dichiarazione pubblicata dalla precitata testata online: “La forza della vita irrompe in uno scenario da incubo tra mare e sofferenza la nostra Azienda sanitaria con le sue belle persone che svolgono questo lavoro con sacrificio ed abnegazione ha messo un fiocco rosa alla struttura sanitaria di Lampedusa. Ci vuole cuore e la consapevolezza che questo lavoro è soprattutto missione: non è carriera, non è potere, non è facile guadagno e non è arrivismo o conquista della ribalta. È impegno dietro una mascherina con l’incubo del contagio da portare a casa. È presenza anonima, amore, cura silenziosa del nostro prossimo. Benvenuta a Maria e grazie alla Maria infermiera di Corleone e a tutti coloro che si prodigano per gli altri“.
D’accoglienza si può morire: si lancia dal finestrino dell’autobus nel corso del tragitto che lo conduceva al Cara di Sant’Anna insieme ad altri migranti sbarcati in Sicilia che venivano trasferiti al centro calabro
La scorsa settimana una delle persone migranti caricate su un pullman per essere trasferite dalla Sicilia ad un CARA in provincia di Catanzaro, si è lanciata dal finestrino nella speranza di fuggire. Il tentativo di fuga è stato fatale. Ma anche in questo caso non si può certo parlare di un incidente: a ucciderla è stato il sistema cosiddetto dell’accoglienza, che priva le persone di libertà e autonomia, impedisce loro di scegliere dove e come vivere, mette a rischio la loro salute e la loro stessa vita, spesso punendo chi protesta e chi lotta per la propria libertà. Contro chi lucra sulla vita altrui, lotteremo finché non esisteranno più luoghi di morte come i centri di accoglienza, le navi quarantena, i cpr, le carceri - comunicato Comitato Lavoratori delle Campagne
“Proletari comunisti”: Quale prospettiva occupazionale dal 2023 per gli Operai cassaintegrati dell’ex-Fiat di Termini Imerese? Un Investimento di 5mln (e una ventina di assunti) per la produzione di uno E-scooter autosanificante promette il rilancio dell’attività in uno degli stabilimenti dell’impianto delle automotive
A settembre, dopo 11 anni, scade l’ennesimo periodo di cassa integrazione per i circa 600 operai della ex Fiat di Termini Imerese e dell’ex Blutec, ma “del famoso e tanto sbandierato «piano di rilancio» non c’è ancora niente”. Soltanto una iniziativa s’è fatta avanti, con l’obiettivo parziale di recuperare qualche parte dell’enorme zona industriale che ha fatto la storia della fabbrica automobilistica in Sicilia. Si tratta dello scooter elettrico E-taly “che se tutto andasse bene dovrebbe iniziare la produzione nel 2023 e darebbe lavoro a… 20 lavoratori”. Insomma, una idea produttiva di veicoli elettrici con 20 lavoratori assunti per l’avviamento del ciclo, non rappresenterebbe “una vera soluzione per quanto riguarda l’occupazione, nelle forme in cui viene proposta”. Al Ministero dello Sviluppo Economico, chiamato in causa per gestire la crisi occupazionale nell’area industriale siciliana, avrebbero le idee «molto confuse – sostengono i P.C. – e come si vede in ogni “vertenza” pendono dalle labbra dei padroni delle fabbriche, dai quali sperano in qualche illuminazione, mentre quelli si inventano di tutto per strappare quanti più incentivi pubblici possibili » - Comunicato Proletari Comunisti
CGIL: “In Sicilia servizi negati ai disabili psichici”. Allarme del sindacato confederale e della categoria del pubblico impiego. “la Regione faccia subito chiarezza sulla gestione dei finanziamenti”, scrivono i sindacalisti
“La mancanza di dialogo tra l’Assessorato regionale alla Salute e quello alle Politiche Sociali sta creando difficoltà in uno degli ambiti più delicati. Questo non è assolutamente accettabile”. A denunciare l’incomprensibile corto circuito istituzionale, nell’erogazione dei servizi a beneficio dei disabili psichici, sono Cgil Sicilia e Fp Cgil Sicilia. “Non è chiaro al momento se queste importanti attività debbano essere garantite dalle Asp – rilevano Francesco Lucchesi, segretario regionale Cgil, e Gaetano Agliozzo, segretario della Fp Cgil – oppure, come è stato finora, il compito sia affidato ai Comuni attraverso le cooperative. Tutto sembra paralizzato, ovviamente a danno delle categorie sociali più fragili e vulnerabili, a cui – invece – vanno poste le giuste e doverose attenzioni: “Noi non permetteremo alle Istituzioni Politiche distrazioni, difetti di comunicazioni o immobilismo soprattutto su temi così sensibili e di straordinario valore sociale. Per questo chiediamo al Governo della Regione che si costituisca subito un «Coordinamento Tecnico Interassessoriale» affinché si arrivi a garantire l’integrazione socio-sanitaria». Evidentemente ciò non basta: “occorre – concludono Lucchesi e Agliozzo – che si attivi con sollecitudine un «Tavolo Tecnico» tra i due Assessorati di riferimento e i Comuni, che sono privi dei necessari fondi per queste finalità, in modo da fare chiarezza sulla gestione delle risorse per i disabili, a cui non possono essere negati i servizi” - comunicato FpcgilSicilia
Giuseppe Barbera: “Il mio scritto dell’anno scorso è quanto mai attuale. In un anno nulla di importante è stato fatto”. La Sicilia in fiamme: non solo caccia ai piromani, servono misure radicali. Senza alberi non c’e’ futuro
Nella scorsa settimana abbiamo pubblicato sulle pagine di Pressenza il contributo di Giuseppe Barbera e Donato S. La Mela Veca, in merito al devastante fenomeno degli incendi nell’isola, ricordando – incidentalmente nel nostro sommario – come ad un anno di distanza a oggi dalla pubblicazione del precedente articolo dell’accademico palermitano (Senza alberi non abbiamo futuro. Qualche idea per salvarli) nulla fosse cambiato in ordine alle politiche di prevenzione e tutela del territorio siciliano. Sulla attualità del suo primo intervento è tornato in questi giorni lo stesso Barbera, richiamando ancora una volta l’attenzione sull’immobilismo delle autorità preposte. Ovvero, sulle misure di prevenzione che si sarebbero dovute adottare per fronteggiare l’ormai annosa questione dei roghi che provoca la devastazione del paesaggio naturale e che, anche in queste ultime ore, ha visto mandare in fumo gli alberi dei boschi delle aree montuose che circondano il capoluogo regionale. Nel corso delle recenti giornate infuocate, caratterizzate da una coltre di cenere nel cielo sovrastante la città, in una nota diramata sui social (che riprendiamo pressoché integralmente), così commentava Barbera: «In un anno nulla di importante è stato fatto. Qualche misura clientelare in vista delle prossime elezioni, l’invocazione a estreme misure di repressione, nelle aule della politica, nei giornali e sui social continue dimostrazioni di ignoranza e di incompetenza. Si scrive ancora di piromani! È come se la lotta alla mafia fosse condotta soltanto contro i killer e non approntando un sistema di conoscenza, prevenzione, repressione che attraversa il sistema culturale, sociale, economico, politico che la sostiene. E per gli incendi, per il ruolo che giocano i fattori ambientali, la situazione è ancora più complessa e bisognerebbe mettere in campo misure profonde e radicali che attraversano tutto il nostro modo di rapportarci con i boschi, i campi, la natura, il futuro della nostra terra. Quasi nessuno osserva poi che siamo nel mezzo di un’estate bollente, probabilmente la più calda mai registrata che questo è opera dell’uomo e che anno dopo anno sarà peggio. Nel frattempo penso alle centinaia di laureati in scienze forestali che l’università ha laureato e che sono scappati dalla Sicilia, al contributo di passione e conoscenza che avrebbero potuto dare e guardo disgustato i politici dell’assemblea regionale che vanno in ferie e quelli che si propongono per il futuro che ruminano sempre le stesse idee e parole».
Brevissime
Verso il 7 agosto. Assemblea e corteo da C.da Ulmo a Niscemi. Riunione NoMuos contro la guerra e la devastazione del territorio a Palermo, oggi ore 18:00 presso il Laboratorio Ballarò (largo R. Pantaleone) – info
Voci nel Silenzio- Festival per la Palestina – assemblea cittadina in vista della serata del 29 agosto al Teatro di Verdura – Palermo giovedì 5 ore 16.30 all’Ex Fonderia Oretea (alla Cala) . Incontro pubblico per condividere il progetto che anima l’omonimo Festival, in programma domenica 29 Agosto al Teatro di Verdura, dedicato ai bambini rimasti orfani in seguito all’ultima offensiva di Gaza dello scorso maggio quando i bombardamenti israeliani, in soli 11 giorni di raid, hanno provocato la morte di circa 70 giovanissimi palestinesi – comunicato
Marcia per San Matteo (Erice) – Organizzata dal Coordinamento SalViamo i Boschi – Sicilia, venerdì 6 ore 18:00 al Museo agroforestale – baglio S. Matteo. Non si può rimanere inermi davanti tanta devastazione. Non si può rimanere in silenzio, soprattutto perché la tragedia di San Matteo, come di ogni altro luogo della nostra Sicilia che in questi giorni brucia, arde e grida di dolore, è cronaca di una morte annunciata – comunicato
«Mostra “Voci e Volti dal Chiapas» dell’Assemblea di Sicilie Zapatiste, presso la “Festa in Giardino” dell’istituto “Suore Sacra Famiglia”. Sabato 7 ago ore 10:00, sarà esposta al Presidio No Muos, durante il seminario di autoformazione “La Sicilia fa la guerra” – info
la rubrica settimanale è soggetta ad aggiornamenti: per segnalazioni, contributi, comunicati stampa scrivere a pressenza.redazionepalermo@gmail.com
fonte: pressenza.com