giovedì 12 marzo 2020

I PADRONI DEL WEB

 - Michele Mezza -  le mani sul lavoro da casa



La ministra dell’innovazione non trova di meglio che incentivare l’uso delle piattaforme private dei monopolisti digitali, assicurando a loro l’acquisizione di quella che oggi nel mondo è considerata la materia più pregiata: i dati comportamentali del paese ritenuto il laboratorio nel contrasto al virus ...Mentre al Ministero della Sanità si moltiplicano gli sforzi per raggiungere e connettere i data base periferici e poter avere una bussola aggiornata dei comportamenti sociali in rete, la ministra Pisano continua a magnificare la sua soluzione, denominata, con amara ironia, 




…mentre si ci spacca la testa per aprire linee di collegamento con le comunità territoriali e registrare i dati per elaborare modelli previsionali sulla diffusione del contagio e lo stesso garante della Privacy Antonello Soro escogita deroghe alle norme di tutela dei cittadini per consentire rapidi accessi ai dati alle amministrazioni centrali, la ministra dell’innovazione non trova di meglio che incentivare l’uso delle piattaforme private dei monopolisti digitali, assicurando a loro l’acquisizione di quella che oggi nel mondo è considerata la materia più pregiata: i dati comportamentali del paese ritenuto il laboratorio nel contrasto al virus.
Senza nemmeno assicurarsi, cosa certo non complicata ne difficile, che questi dati che addestreranno gli algoritmi dei grandi gruppi americani per i prossimi anni, debbano essere almeno condivisi con il Ministero della sanità e la protezione civile, oltre che con le amministrazioni regionali.
Certo che siamo pressati dall’emergenza e nel perimetro della P.A: non ci sono realtà di cloud computing significative, anche se qualche esperienza di qualità è presente come le piattaforme dell’Inps e la potenza di calcolo dell’Eni.
E comunque, siamo pur sempre nel XXI° secolo, nel tempo del capitalismo della sorveglianza, quando la stessa Unione Europea ha richiamato gli stati solo qualche giorno fa ad assicurare autonomia e sovranità alle proprie comunità su dati e algoritmi.
Proprio il clima di emergenza deve portare il governo a spingere più avanti la frontiera della trasparenza e della condivisibilità dei dati che, per altro, coincide con l’affidabilità e la sicurezza dei dispositivi e dei risultati. In una prima fase, se si vuole comunque ricorre a infrastrutture più affermate, si deve imporre una riserva pubblica sui dati, concordando una piena condivisione con le amministrazioni governative più impegnate nel contrasto al virus.
Su questo ci aspettiamo una risposta immediata, prima che il saccheggio sia in uno stato avanzato, con la creazione di una cabina di regia sulla gestione dei dati che combini insieme alle competenze del ministero dell’Innovazione quelle della Sanità , delle regioni, della ricerca e della P.A.
Ci sentiremmo più sicuri.

estratto da “I padroni del web mettono le mani sul lavoro da casa” di Michele Mezza, il manifesto del 12.03.2020