siamo Terroni, siamo del Sud
Palermo non si Lega
Giornata intensa ieri per le vie del centro storico
In moltissimi sono scesi in piazza per manifestare contro la visita
Palermo, 4\2\20 - Giornata intensa ieri per le vie del centro storico. In moltissimi sono scesi in
piazza per manifestare contro la visita
non tanto gradita di Salvini in città. Già in settimana erano comparsi le
lenzuola con la scritta «Palermo non si Lega» esposti nei balconi in diversi
quartieri. Perfino nel corso della traversata
cittadina l’ex ministro è stato oggetto di contestazione. Riprendiamo un fatto
apparentemente marginale che in via incidentale è salito alla ribalta della
cronaca: incrociando casualmente per strada un’innocua
signora, Salvini ha potuto verificare quanto diffuso fosse il sentimento
antileghista comunemente sentito da buona parte della cittadinanza. La signora non ha resistito alla voglia di contestargli
la sua presenza in città: «Che vieni a fare a Palermo? Noi siamo terroni, siamo del
Sud»*. Orbene,
forse questo fatto insignificante è stata la molla premonitrice che, invece,
ha fatto scattare il campanello d’allarme, inducendo il capo della destra
italiana ha desistere dalla passeggiata che, da lì a poco distanza del fortuito
luogo dell’incontro con la Signora di cui sopra, avrebbe dovuto fare,
immaginando una folla spasimante ad attenderlo, in fila con i telefonini in
mano, per la solita selfiata.
Il Matteo del Papete, a cui l’intuito non manca, aveva ben colto nel segno: non
era il giorno ideale per l’usuale camminata tra i banconi dei mercati popolari.
Sapeva bene che fra le lastricate vie di Ballarò avrebbe incontrato una moltitudine dissenziente, pronta a contestagli la
manifesta presenza indesiderata per le
scelleratezze politiche promosse da ministro della Repubblica. Infatti, la
riuscitissima iniziativa, indetta da SOS Ballarò,
Moltivolti e Arci Porco Rosso, ha visto la partecipazione di donne e uomini
che si sono ritrovati uniti nel quartiere dello storico mercato per difendere un’idea di comunità aperta,
che non ha paura. Gli organizzatori della protesta, soddisfatti dell’esito
dell’iniziativa, hanno subito dopo dichiarato: “Salvini ha deciso di non venire
perché lo avrebbe accolto un quartiere che sa di pagare un prezzo carissimo per
quello che lui ha fatto da ministro e per le cose che va dicendo in giro ogni
giorno”. Il riferimento esplicito è ai decreti sicurezza, i quali dicono che
“hanno peggiorato le condizioni di vita di moltissimi nostri concittadini, aumentando
l’emarginazione sociale ed incidendo quindi profondamente sulla qualità delle
nostre comunità”.
Per
tutta risposta “il capitano di ventura” ha annunciato che la passeggiata ai
mercati di Palermo slitta sino al giorno in cui potrà “portare qualche proposta
concreta”. Visti i presupposti, ci sentiamo di rassicurare le folle ché
difficilmente vedremo l'ex ministro a Ballarò. Infatti, sappiamo bene quanto sia capace il Nostro a
cavalcare i problemi (fomentando l’odio verso l’altro) piuttosto che
risolverli.
Certo, lo diciamo chiaramente, stiamo narrando un’altra storia rispetto a
quella raccontata dalla stampa mainstream
– sia cartacea sia on line – che,
invece, ci fa lo storytelling dell’evento
pomeridiano tenutosi al chiuso di una sala di teatro stracolma, dove una platea dallo stato
emozionale entusiastico non s’è risparmiata a spellarsi le mani nell’applaudire
il discorso dell’uomo della provvidenza venuto dal nord.
Mentre si decanta la nascita di un magnifico
fantomatico “popolo leghista siciliano” che si stringe attorno al suo leader,
del flashmob lanciato dalle sardine palermitane
le cronache riportano pochi trafiletti. Ora magari non c’è stata la
straordinaria millimetrica
copertura del tappeto di basolato dell’intera piazza Massimo, come
nell’occasione del primo flashmob antisalvinaino,
ma sicuramente si è trattato di una massa consistente e significativa, molto
più nutrita della sommatoria tra quella campeggiante fuori la sala del comizio
e quella comodamente assisa in poltrona, costituita prevalentemente dalla nuova
classe dirigente legosicilianista,
risorta dalle ceneri del centrodestra
a forza motrice berlusconiana.
La lieta novità che vogliamo segnalare del Silent Flashmob, convocato dalle sardine
palermitane, è la bella presenza di giovani emigranti che hanno arricchito la
manifestazione: si sono aggregati al presidio dopo avere attraversato via Maqueda,
lo storico asse viario di epoca ispanica, dai Quattro Canti di città fino al
monumentale Teatro Massimo, portando innanzi
al tempio della lirica le sonorità politiche antisalviniane –“Salvini
vai via da Palermo” il più gettonato- accompagnate dai ritmi etno-musicali fatti vibrare dalle loro immancabili percussioni.
Insomma, in alternativa al nuovo modello legosicilianista, c’è parso che da ieri
a Palermo una nuova ed articolata alchimia sia possibile e che possa risorgere –
dal basso – una soggettività affettivamente espansiva e solidale, fuori da ogni contenitore
repressivo.
*citazione ripresa da livesicilia
pubblicato in contemporanea su PRESSENZA.com
ripreso da http://www.girodivite.it/Palermo-contro-il-modello-lego.html
ripreso da http://www.girodivite.it/Palermo-contro-il-modello-lego.html