sabato 28 dicembre 2019

ALTRA FALLA NELL’IMPIANTO “DECRETI SICUREZZA”

 RIPRISTINARE L’UMANITÀ(RIA) 

-Gaetano De Monte-

 L’estromissione dei richiedenti asilo aventi protezione 
umanitaria dai centri di accoglienza Sprar entro il 31 dicembre, come prevedono  una circolare e un decreto del Ministero dell’Interno   approvato alla vigilia del Natale, rischia di mettere in strada 
 da un giorno all’altro migliaia di persone 


 ieri in diverse città italiane si sono svolti presidi di protesta davanti alle prefetture per chiedere l’abolizione dei Decreti di Sicurezza, i quali, per ora, sono stati messi in discussione da alcuni giudici,  ma non sono stati scalfiti minimamente dal Governo giallo-rosso 


C’è una sentenza del tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto che apre un’altra falla importante nell’impianto dei così detti Decreti sicurezza. Il responso è del 20 dicembre scorso ed è quello contenuto nel dispositivo con cui il giudice dello stesso tribunale Alessandra Farina ha accolto il ricorso di un giovane nigeriano titolare di protezione umanitaria. L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Mason, si era appellato alla misura amministrativa disposta dalla prefettura di Venezia con cui lo stesso organo aveva negato l’accesso all’accoglienza prevista dallo Sprar (Siproimi) per il giovane nigeriano.
Amaka (questo è il nome di fantasia dell’uomo) ha ottenuto così invece giustizia perché «il Tar Veneto ha ritenuto che il principio di irretroattività si debba applicare anche in relazione alle misure di accoglienza», ha commentato l’avvocato Gian Franco Schiavone, legale dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione (Asgi) che è stato tra gli ideatori del sistema ordinario italiano per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) prima che esso fosse smantellato e trasformato in Siproimi, (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) proprio dal primo Decreto Sicurezza, laddove ha previsto, all’articolo uno, l’eliminazione della possibilità per le commissioni territoriali di rilasciare il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ha spiegato Schiavone: «L’importanza della sentenza del Tar risulta ulteriormente accresciuta in ragione delle note improvvide decisioni di questi giorni assunte dal Ministero dell’Interno in relazione alla cessazione delle misure di accoglienza verso i titolari di protezione umanitaria accolti in ex Sprar/Siproimi».


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