RIPRISTINARE L’UMANITÀ(RIA)
-Gaetano De Monte-
L’estromissione dei richiedenti asilo aventi
protezione
umanitaria dai centri di accoglienza Sprar entro il 31 dicembre,
come prevedono una circolare e un decreto del Ministero dell’Interno approvato alla vigilia del Natale, rischia di mettere in strada
da un giorno all’altro
migliaia di persone
ieri in diverse città italiane si sono svolti presidi di protesta davanti alle prefetture per chiedere l’abolizione dei Decreti di Sicurezza, i quali, per ora, sono stati messi in discussione da alcuni giudici, ma non sono stati scalfiti minimamente dal Governo giallo-rosso
Amaka
(questo è il nome di fantasia dell’uomo) ha ottenuto così invece giustizia
perché «il Tar Veneto ha ritenuto che il principio di irretroattività si debba
applicare anche in relazione alle misure di accoglienza», ha commentato
l’avvocato Gian Franco Schiavone, legale dell’Associazione Studi Giuridici per
l’Immigrazione (Asgi) che è stato tra gli ideatori del sistema ordinario
italiano per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) prima che
esso fosse smantellato e trasformato in Siproimi, (Sistema di protezione per
titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati)
proprio dal primo Decreto Sicurezza, laddove ha previsto, all’articolo uno,
l’eliminazione della possibilità per le commissioni territoriali di rilasciare
il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ha spiegato Schiavone:
«L’importanza della sentenza del Tar risulta ulteriormente accresciuta in
ragione delle note improvvide decisioni di questi giorni assunte dal Ministero
dell’Interno in relazione alla cessazione delle misure di accoglienza verso i
titolari di protezione umanitaria accolti in ex Sprar/Siproimi».
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