-toni casano-
Le
controdeduzioni alla nota di “precisazione” del direttore
dell’importante
presidio culturale siciliano
con sede a Palermo
in riferimento all'articolo
NIENTE GIORNALI ALLA
BIBLIOTECA REGIONALE
Abbiamo
letto e riletto più volte l’intervento del direttore della BCRS e francamente
non riusciamo a cogliere che cosa intenda “precisare” in riferimento al nostro articolo,
pubblicato sulle pagine di Palermo Today
. Non c’è una sola riga, dicasi una, che faccia rilevare una qualche “imprecisione”. Anzi, ci
viene incontro quando afferma che la Biblioteca, dopo l’incendio del 2015, «ha riaperto, seppure
in parte, al pubblico, con molte difficoltà per mettere in sicurezza
l’Istituto», confermando
quanto da noi registrato. Ovvero « che a distanza di cinque anni vede una parte
consistente del patrimonio bibliografico non fruibile giacché riposto in
depositi dichiarati inagibili dai Vigili del Fuoco».
Inoltre, soffermandosi
sulla vicenda dei periodici, chiusi sottochiave nei magazzini, ci comunica che per
la loro fruibilità si è in dirittura d’arrivo. Infatti ci dice il direttore: «Il
progetto è stato completato, ed è attualmente in attesa del parere della
Soprintendenza che ha già provveduto a fare il sopralluogo e quindi si
procederà al bando di gara e all’avvio dei lavori». Finalmente, dopo il lungo lasso temporale trascorso, prendiamo atto della dovuta informazione, in
base alla quale sembrerebbe che l’iter sia sulla strada di definizione, sebbene
la fase del procedimento tecnico-amministrativo consti ancora di diversi
passaggi ciascuno dei quali non quantificabile. Certo, nello specifico, non
sarebbe stato male indicare un crono-programma per tranquillizzare quanti sono
interessati alle sorti del presidio culturale: suggeriamo a Palermo Today di aprire una finestrella sul giornale, in
modo da contare i giorni che trascorreranno dall’annuncio lanciato con sicumera
dal direttore Pastena – «si è in fase di realizzazione» – fino
alla effettiva fruibilità dei periodici, molti dei quali, ricordiamo, sembra
siano in esclusiva dotazione della BCRS. Intanto sarebbe stato doveroso
informare la potenziale utenza della biblioteca, mediante il proprio sito ufficiale, sul quale – invece – campeggia
nell’homepage la scritta: «per inagibilità di parte
dei magazzini, la distribuzione dei periodici e del materiale conservato a sala
Antiqua, è sospesa a tempo indeterminato», limitandosi a comunicare
soltanto “l'elenco delle segnature di collocazione dei periodici
disponibili”. Davvero un bel biglietto di presentazione che invoglia
sicuramente non
solo gli studiosi, ma chiunque avesse avuto voglia di avvicinarsi alle sale
delle biblioteca anche per puro diletto auto-formativo o curiosità. Insomma un
bel servizio per arginare il problema drammatico che vede gli italiani in vetta
alla classifica di “chi legge poco” e frequenta ancora
meno le biblioteche, con frequenze – rispetto al resto del Paese – drammaticamente
più basse nelle aree del mezzogiorno.
Veniamo adesso al merito dell’intervento del direttore sul
nostro articolo, che più che “precisare”, esprime delle sue legittime – se pur
discutibili – diverse considerazioni. Specificatamente, in ordine alla gestione del sito (allorquando
abbiamo evidenziato che molte delle manifestazioni ospitate hanno avuto
caratteristiche «più consone ad una fruizione da location evenemenziale piuttosto che alla promozione e alla messa
in valore d’uso del patrimonio bibliotecario, nonché alla messa in evidenza
della funzione naturale della BCRS») lo stimatissimo bibliotecario Carlo Pastena
testualmente afferma: «Riguardo poi il problema delle
manifestazioni, bisogna accettare che la biblioteca è cambiata in maniera profonda.
Dai 600 e più accessi al giorno della fine degli anni ’90 siamo scesi a 80-100
al giorno con una richiesta media di 30-35 libri al giorno, per un’apertura di
10 ore al giorno». Pertanto, quale sarebbe il futuro
della Biblioteca a fronte di questo inarrestabile declino ? La risposta è
presto detta: “riteniamo – scrive il Nostro –
si debba porre come un Hub
culturale, aprendosi ai diversi tipi
di attività culturali, intese nel senso più ampio del termine … dimostrando di essere viva e vivace e in grado
di cambiare. Continuare a considerare la biblioteca come un istituto
statico e passivo come dieci anni fa è anacronistico e vuol dire non
comprendere quello che è successo negli ultimi anni con internet e la creazione
delle banche dati digitali dove oggi è possibile consultare una enorme quantità
di opere”.
Orbene, la prospettiva
sopradescritta ci preoccupa non poco. Intanto vorremmo capire – nell’ambito
dell’esercizio del diritto d’informazione – se questa la linea di indirizzo sia
frutto di un mandato programmatico del vertice politico-amministrativo
regionale dei beni culturali. In ogni caso per il valore in sé, per quel che
rappresenta la Biblioteca Centrale – un bene comune culturale dalla duplice
valenza patrimoniale, materiale (in
quanto universalità di beni contenuti) e immateriale
(in quanto memoria collettiva della comunità) – il destino di siffatta istituzione non può
essere affidato né all’esclusiva responsabilità politica né tanto meno alla
responsabilità amministrativa.
Secondo noi, senza volere
escludere l’uso della tecnologia digitale (cominciando, però, dall’attivazione
del servizio WiFi nella BCRS in favore dell’Utenza ) e l’ampliamento dei
linguaggi promozionali e formativi, l’istituzione “Biblioteca” deve continuare a fare la biblioteca,
così come – e qui siamo d’accordo con l’associazione degli Amici della Musica –
i teatri pubblici destinati alla cultura musicale, come il Politeama di Palermo, devono
continuare a produrre manifestazioni
concertistiche , devono cioè continuare ad essere una risorsa culturale per i cittadini. Un teatro è patrimonio
della collettività e «non deve dare
profitto come una società privata». Diciamo questo perché non da ora c’è
chi immagina, secondo una logica mercatistica, di rendere produttiva perfino la
“merce bibliotecaria”, sulla stessa lunghezza d’onda della tendenza dominate tesa
alla valorizzazione economica dei beni culturali, considerati come prodotti
scambiabili alla stregua di un qualsiasi altro bene commerciale.
Ad ogni modo vogliamo
ricordare che siamo i primi, quand’è il caso, ad apprezzare quelle iniziative
culturali prodotte in house, volte ad
allargare lo specchio dell’offerta formativa. Già nell’articolo in questione contestato
avevamo apprezzato la presentazione del volume L’Ora Edizione straordinaria “che
promuoveva la straordinaria raccolta del quotidiano palermitano”, definendo
l’iniziativa come un’azione
rappresentativa “nella quale si può cogliere pienamente lo spirito delle
finalità a cui è preposta l’istituzione culturale, faro del sistema bibliotecario
regionale”. Analogo apprezzamento abbiamo prestato nel caso della mostra bibliografica documentale “La
vedova Ricca e altre Storie del Cassaro. Ebrei a Palermo nel ‘400” (realizzata
grazie ai lavoratori dell’unità operativa e alla determinazione della struttura
aziendale sindacale della CGIL), manifestazione alla quale abbiamo contribuito
alla promozione con un nostro articolo su Palermo
Today del 9 novembre 2018.
In sintesi, un conto è promuovere i propri asset culturali con linguaggi innovativi e diversificati,
allo scopo di tutelare, formare e divulgare la conoscenza, altro sono le
ospitate prive di relazione alcuna con la mission
istituzionale di una biblioteca pubblica. Anche perché, nell’ambito
dell’azione tutelare pubblica della cultura, nel senso voluto dall’art.9 Cost.,
la PA dispone di istituzioni e spazi appositamente costituiti – teatri, musei,
parchi, scuole e università, ect. – e fra questi le biblioteche sono un
presidio importante e caratterizzante per la formazione critica dei suoi cittadini.
In questo senso, non ci sembra affatto appropriato trasformarle in “piattaforma
sceniche”, funzionali alla società dello spettacolo e all’impulso irrefrenabile
dell’apparire. I luoghi della cultura per pianificare le diverse forme di
attività non mancano all’operatore pubblico. Non è con la trasformazione in altro luogo fuori da sé che le biblioteche possono riprendere la loro
funzione istituzionale: non basta invocare un mal supposto modernismo per
affermare il superamento della funzione passatista della Biblioteca, sostenendo
– altresì – che la velocità di internet ha quasi eliminato la
necessità di una biblioteca. Sul punto pensiamo opportunamente segnalare
quanto ha scritto THE GUARDIAN in un suo editoriale (ripreso
da Internazionale, n.1261, 22 giugno 2018, p.17): « internet ha reso le biblioteche (e i bibliotecari) ancora più utili.
Milioni di persone sono spiazzate dalle sfide del mondo digitale e dalla
richiesta di interagire attraverso uno schermo. La biblioteca non è solo una
porta verso un altro mondo. È un comitato di accoglienza e una guida nelle
terre sconosciute dell’intelletto. Come ha detto lo scrittore Neil Gaiman,
Google può darti centomila risposte a una domanda, ma un bibliotecario può indicarti
la risposta giusta».
Senza alcuna vena polemica e con assoluto
spirito costruttivo, ci piacerebbe concludere consegnando nelle mani del
direttore – sia pur virtualmente – questa
breve noticina, da noi estrapolata
dall’articolo di Cristina Da Rold, pubblicato da InfoData-Il Sole 24 Ore del 31
agosto 2018, col titolo “Ecco perché le biblioteche hanno ancora senso, specie
per chi non ha studiato”. Dopo aver dato conto del quadro statistico – su dati-ISTAT
– sullo stato dell’arte del sistema
bibliotecario nazionale, la Da Rold si
interroga su “Che cosa ci dicono questi indicatori?”.
Sostanzialmente due cose: 1) “che le
biblioteche svolgono ancora oggi la funzione di importante presidio culturale e
quindi sociale, garantendo l’accesso ai libri a chi altrimenti non potrebbe
permettersi di leggere quando vorrebbe”; 2) “ci mostrano che
dobbiamo fare di più per portare in biblioteca chi ha studiato di meno per
attività che non siano il prestito, e per aumentare il numero di libri letti,
non solo fra le fasce meno abbienti».
articoli direttamente correlati
"periodici della
biblioteca Regionale, la replica del direttore", PalermoTodaydel 27 novembre 2019
"Niente
giornali alla biblioteca Regionale, PalermoToday, 26 novembre 2019,
pubblicato anche su Emergenza Cultura il 29\1112019 col titolo "Palermo e la sua Biblioteca dimenticata"