Argo Catania-la resistenza degli espropriandi
Il costituzionalista Antonio Saitta, esperto di
diritto amministrativo e avvocato di alcuni abitanti soggetti ad esproprio
parla di dramma sociale, di “migliaia di cittadini che da decenni vivono
nell’incertezza e che vedono nuovamente materializzarsi un incubo”__

Sul Ponte di Messina si vuole procedere a tamburo battente, gli annunci si susseguono, le date sono sempre più ravvicinate: approvazione dell’aggiornamento del progetto definitivo, invio degli elaborati ai ministeri, dichiarazione di pubblica utilità, avvio del procedimento che porterà agli espropri, apertura di uno sportello per fornire informazioni agli espropriandi, una prossima conferenza dei servizi e via discorrendo.
Sì, tamburo battente è l’espressione giusta, si vuole fare rumore e dimostrare con continui annunci che ci si sta muovendo velocemente verso la realizzazione dell’opera. Velocemente soprattutto nella comunicazione, perché la vera data importante che si approssima è quella del 9 giugno, quando ci saranno le elezioni europee alle quali Salvini, con un consenso elettorale in caduta libera, intende arrivare stringendo saldamente in mano questo bottino: si sta passando ai fatti, il Ponte si sta realizzando.
Agli interrogativi ancora aperti (e taciuti) si oppongono roboanti promesse, sui posti di lavoro (ma già passati dai 120 mila ai cinquemila), sul rilancio dello sviluppo per il Sud e via discorrendo.
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