E no, non è un incidente. Non è un caso. Non è una sorpresa. Era qualcosa già successo. Lo sapevamo tutti che sarebbe successo di nuovo. Non lì, non a loro, non in quel punto. Ecco, questo no. Non lo sapevamo. Poteva avvenire ovunque e a chiunque di noi. Su un tetto, in una cisterna, all'orditoio, sul muletto, per schiacciamento, esplosione, ustione. E noi, ridotti a esternare il dolore solo quando il numero delle vittime fa rumore, siamo già sconfitti. Sconfitti per tutte le volte che invece dimentichiamo. Che la guerra è in atto e lo stillicidio è continuo e costante. Sconfitti ogni volta che ci lasciamo sorprendere da ciò che invece sapevamo in anticipo. Ogni volta che pensiamo che non sia nostra responsabilità.
E invece questo accade perché noi non siamo ancora in grado di cambiare i rapporti di forza, perchè forse nemmeno ce lo poniamo il problema, perché lo deleghiamo, perchè magari meglio non pensarci.
A questo sistema non puoi chiedere di cambiare, nè puoi sperarne pietà. Il cambiamento lo devi imporre, la vita la dobbiamo imporre. E se non siamo in grado di farlo noi, rimane solo da piangere la morte.
Noi di parole non ne abbiamo più. Le prendiamo a prestito da una canzone:
"come va, guarda gli occhi miei
mica male, ma restiamo insieme
come va, mica male sai
senti che farò, con te lotterò".
Guardiamoci negli occhi da vivi, per non guardarci negli occhi da morti. Perchè sul binario morto ci siamo noi. E solo “noi” ne possiamo uscire. #insorgiamo