venerdì 21 luglio 2023

PENSI ANCORA AL GLIFOSATO? MA DAI…

 -Silvia Ribeiro*-

10 degli 11 studi su animali da laboratorio 
 mostrano l’insorgenza di tumori 

C’è la guerra (ancora?), temperature mai viste perfino a Roma, ci sono novità sul dj indagato con il figlio di La Russa, hanno pure liberato Patrick Zaki, ma dai… Cosa vuoi che ce ne freghi adesso del glifosato? Se ne parla da una vita ma non succede mai niente… E invece non è vero che non succede niente. Per esempio il 6 luglio l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha scandalosamente dichiarato di non avere “preoccupazioni critiche” sui rischi che lo riguardano. Parere, lautamente retribuito in un organismo che brulica di conflitti d’interesse, che apre nuovamente le porte a un’incredibile estensione dell’uso del veleno di Bayer e soci, decisione che l’Unione europea deve prendere nel dicembre prossimo. Intanto, ai 1.200 studi precedenti che hanno mostrano i gravi effetti dell’esposizione e del consumo di glifosato sulla salute, nei giorni scorsi si sono aggiunte due nuove autorevoli ricerche che ne dimostrano la pericolosità per l’insorgere del diabete, la resistenza all’insulina, le patologie del fegato – cancro compreso – e i disturbi metabolici che causano l’obesità infantile. Sì, noi ce ne occuperemo ancora


Uno studio scientifico pubblicato nel luglio 2023 mostra che l’esposizione al pesticida agricolo glifosato aumenta in modo significativo la possibilità di soffrire di diabete, perché è un interferente endocrino. Esperimenti di laboratorio e condotti su animali hanno dimostrato che può causare iperglicemia e resistenza all’insulina.

Un altro studio pubblicato nel 2023 dalla UC Berkeley School of Public Health ha rilevato una relazione persistente tra obesità infantile e glifosato nella alimentazione. Lo studio ha seguito 480 madri e le loro figlie e figli per 5 anni. Hanno scoperto che il glifosato e il suo metabolita AMPA sono collegati all’infiammazione del fegato e ai disordini metabolici che causano l’obesità infantile. I ricercatori dell’Università californiana segnalano anche che il glifosato può favorire il cancro e altre patologie al fegato, malattie cardiache, diabete e altre complicazioni sulla salute a lungo termine (https://tinyurl.com/4esfu7zx, riportato nella revisione GMWatch 548, giugno 2023).

Questi studi si aggiungono ai più di 1.200 precedenti che hanno mostrano i gravi effetti dell’esposizione e del consumo di glifosato sulla salute, molti dei quali hanno portato l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS a concludere nel 2015 che questo pesticida è cancerogeno per gli animali e probabilmente per gli esseri umani. Il glifosato, una sostanza chimica creata dalla Monsanto negli anni ’70, era già stato classificato come cancerogeno dall’EPA statunitense nel 1985 e in occasioni successive. Da allora, e soprattutto a partire dal 2015, Monsanto-Bayer ha speso molti milioni di dollari per attaccare scienziati, giornalisti e critici, così come per pagare “scienziati” a noleggio per confutare gli studi indipendenti (USRTK, https:// tinyurl.com/bdebytrk ).

Nonostante l’enorme quantità di evidenze e indicatori dei gravi impatti sulla salute e sull’ambiente del glifosato, il 6 luglio 2023 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha dichiarato di non avere “preoccupazioni critiche” sui rischi che il pesticida rappresenta.

La spiegazione in breve di questa apparente contraddizione con l’OMS è la pesante influenza in EFSA delle imprese transnazionali dell’agro-tossico, come Bayer, Corteva e Syngenta, che lottano per continuare a trarre profitti avvelenando l’ambiente e facendo ammalare le persone. Questa influenza e questo conflitto di interessi nell’EFSA sono stati dimostrati in diverse occasioni. Ad esempio, uno studio del Corporate Europe Observatory (CEO) nel 2017 ha rivelato che quasi la metà degli esperti dell’EFSA ha conflitti di interesse, essendo pagato direttamente o indirettamente dalle aziende proprietarie dei prodotti su cui pubblicano relazioni ( // tinyurl.com/3t26jjb4 ).

Un meccanismo ripetutamente utilizzato dall’EFSA è quello di ignorare gli studi che mostrano impatti gravi, o esprimere conclusioni truccate, che non sono coerenti con il contenuto degli studi analizzati (vedi ad esempio https://tinyurl.com/3ywy8ex9). Nel comunicato ora emesso, la stessa EFSA chiarisce che “una preoccupazione si definisce ‘critica’ quando riguarda tutti (il corsivo nell’originale) gli usi proposti della sostanza attiva in valutazione” , compresi gli usi prima della semina, dopo il raccolto, le diverse forme di uso e consumo, ecc.

Ciò significa che l’EFSA può riconoscere evidenze anche gravissime relative a uno qualsiasi di questi collegamenti, ma dal momento che non si manifestano in tutti i passaggi considerati, non le esprime come una preoccupazione “critica”. Nella sua dichiarazione del 6 luglio, EFSA afferma che vi sono una serie di lacune e dati ancora in attesa di essere verificati, riconosce la potenziale genotossicità delle “impurità” del glifosato, avverte che la valutazione del rischio per i consumatori non è completa e riconosce chiaramente la possibilità, per i prodotti contenenti glifosato, di causare neurotossicità nello sviluppo e danni al microbioma negli animali, nonché danni alla biodiversità. Nonostante tutto questo, sceglie di annunciare di non avere preoccupazioni “critiche” e apre le porte a un’estensione dell’uso del glifosato, decisione che l’Unione Europea deve prendere in considerazione nel dicembre 2023.

Un’ampia coalizione di organizzazioni sociali, ambientali, di consumatori e sindacati europei ha lanciato questo mese il portale Stop Glyphosate, che spiega perché è urgente abbandonare e vietare l’uso del glifosato. Condividono anche nuovi studi scientifici per quel riguarda il suo impatto sulla salute e l’ambiente (https://stopglyphosate.eu/).

Come ha già fatto in altre occasioni, le conclusioni dell’EFSA ora annunciate non sono supportate dal contenuto degli studi sottoposti all’esame (https://tinyurl.com/3ywy8ex9).

A questo proposito, un gruppo di scienziati della HEAL (Health and Environmental Alliance) ha rivelato che 10 degli 11 studi su animali da laboratorio su cui si è basata l’EFSA mostrano l’insorgenza di tumori associati al cancro come linfoma, cancro del fegato e del rene, tra gli altri. (https://tinyurl.com/39pb9ev2). Tuttavia, l’EFSA non lo classifica come una “preoccupazione critica”.

Questo tipo di argomenti fraudolenti sono gli stessi utilizzati dalle aziende agrochimiche di tutto il mondo, così come dai governi degli Stati Uniti e del Canada che tentano di impedire nel T-MEC al Messico, ad altri 20 paesi e diverse decine città di tutto il mondo, di limitare o vietare il glifosato.

*Ricercatrice del gruppo ETC-

Fonte e versione originale in La Jornada - [Traduzione per Comune-info: marco calabria]

foto Greenpeace Österreich