- comunicato MSF - a sostegno dei presidi ospedalieri del lodigiano
Medici Senza Frontiere avvia attività in 4 ospedali per aiutare a fronteggiare l'epidemia
È già partito da qualche giorno il contributo di medici ed
infermieri di MSF, i quali supporteranno il peso delle attività messe in atto
per affrontare l’epidemia da coronavirus, partecipando così - con i rischi che
ne conseguono - al lavoro immane finora sostenuto dal personale
medico-sanitario degli ospedali che operano nel cuore epidemiologico della
letale crisi virale in atto, e che, in questa fase, sta attraversando il nostro
Paese e l’intera Europa. I sanitari di Medici Senza Frontiere lavoreranno in particolare
con gli infettivologi dei presidi ospedalieri, aiutandoli anche a riattivare
una ventina di posti letto, “attualmente inutilizzati – come segnala MSF nel
comunicato che segue – per carenza di personale”, dato il rapporto impari delle
dotazioni organiche a fronte dell’alto tasso di popolazione colpita dal
contagio (accì)
È un momento molto difficile per
tutti noi in Italia. Per questo abbiamo offerto anche l’ aiuto dei nostri
medici alle autorità sanitarie italiane impegnate nella risposta al
coronavirus.
Sono partite da giorni [ndr]
le nostre prime attività negli ospedali di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo
e Sant’Angelo Lodigiano, epicentro dell’ epidemia di Covid-19.
Supporteremo le équipe di infettivologi nelle attività di gestione dell’
epidemia e grazie all’ arrivo dei nostri medici verranno riattivati una ventina
di posti letto attualmente inutilizzati per carenza di personale rispetto all’
enorme afflusso di pazienti.
Negli ospedali del lodigiano – che fronteggiano ancora un altissimo numero
di casi – abbiamo incontrato medici e infermieri che da settimane lavorano
senza sosta in una situazione di totale eccezionalità.
Da oggi diamo il nostro contributo al loro grandissimo lavoro.
In un’epidemia come questa interrompere la trasmissione del virus è
cruciale. Negli ospedali, ma anche fuori.
Ognuno di noi deve rispettare le indicazioni del Ministero della Salute per
frenare il contagio e non gravare ulteriormente sugli ospedali, che devono
continuare a curare tutti, per ogni tipo di patologia.
Tutti noi – personale sanitario e cittadini – dobbiamo unire le forze per
fermare questa epidemia.
Insieme possiamo farcela!