- toni casano -
La
campagna affinché l’Amministrazione regionale dei Beni culturali tributasse il
dovuto riconoscimento pubblico ad Angela Lattanzi Daneu era stata lanciata dalle donne dell’UDIPalermo,
con un appello sottoscritto da molte intellettuali, fra le quali: Simonetta Agnello Hornby, Dacia Maraini,
Maria Attanasio, Letizia Battaglia, Evelina Santangelo, Emma Dante, Renata
Boero, Roberta Torre, Maria Rosa Cutrufelli, Luisa Muraro, Gabriella Benedini,
Alessandra Bocchetti, Stefania Tarantino, Valeria Andò, Elisa Romano,
Alessandra Dino, Simona Feci, Tecla
Mazzarese, Marzia Barbera, Tommasina Bianca
Squadrito.
Inoltre, va ricordato che l’iniziativa è stata
rilanciata qualche anno più tardi anche
dall’associazione Salvare Palermo, proponendo l’intitolazione della Sala
di lettura della BCRS, oggi accolta dall’amministrazione regionale dei beni
culturali.
Nel corso della seconda vicenda bellica mondiale del secolo passato che aveva provocato macerie e distruzione nella città, in uno con la smarrimento generale e in assenza totale di una interlocuzione istituzionale, Angela Lattanzi - responsabile de facto dell’allora Biblioteca Nazionale di Palermo (oggi Biblioteca Centrale dell’isola) «mise in salvo - così come hanno messo in luce nella loro petizione le donne dell’UDI - l’inestimabile patrimonio librario e documentale ivi contenuto, trasferendolo personalmente, di nascosto e con l’aiuto di due assistenti, a Polizzi Generosa».
La
sua opera e dedizione nella cura dell’inestimabile presidio culturale continuò anche dopo nella fase
postbellica. Infatti terminato il conflitto « si impegnò concretamente per la
ricostruzione della Biblioteca sventrata dai bombardamenti americani, sotto i
quali – così come opportunamente ricordavano le donne dell’UDI, oggi impegnate nel movimento pacifista e contro i pericoli di una nuova guerra nucleare – perirono donne, uomini, bambini, e
andarono in rovina, spesso in modo irreparabile, tantissimi monumenti».
Ad
Angela Daneu Lattanzi, con l’intitolazione dell’aula magna del complesso
monumentale gesuitico, si riconosce il dovuto tributo, non solo per il senso
del dovere pubblico mostrato nella salvaguardia dei beni librari e documentali,
ma anche per il coraggio messo in campo nell'esercizio delle sue funzioni, unendosi «al coro degli intellettuali e dei funzionari che
responsabilmente, durante la seconda guerra mondiale, misero concretamente in
salvo il patrimonio culturale italiano per consegnarlo alle future generazioni“.