LA CRISI AMBIENTALE
NON È SLEGATA DALLA CRISI SOCIALE
“LA SALVAGUARDIA E IL RISPETTO DELLA TERRA, NON PUÒ
ESSERE DISGIUNTA DALLA GIUSTIZIA SOCIALE, CIOÈ DAL RISCATTO DEGLI OPPRESSI, DEGLI SFRUTTATI E DEGLI ESCLUSI”
[Guido Viale]
Secondo l’IPCC, il panel internazionale che studia i cambiamenti climatici,
ciò che ci aspetta da qui al 2050 sarà la migrazione di almeno 200
milioni di persone a causa del surriscaldamento globale. Come
pensano i paesi più ricchi di fronteggiare questa crisi? Quali politiche si
stanno attuando a livello mondiale per limitarne gli effetti? Come si può
immaginare le risposte a queste domande sono piuttosto desolanti.
E l’uragano Dorian non è certo il primo caso in cui un evento naturale
mette allo scoperto la ferita purulenta dell’apartheid climatico. In un
rapporto uscito nel giugno scorso, Philip Alston, relatore speciale delle
Nazioni Unite sull’estrema povertà e
diritti umani, cita un altro caso indicativo: “Quando
l’uragano Sandy ha causato il caos a New York nel 2012, lasciando i newyorkesi
a basso reddito e più vulnerabili senza accesso alla corrente elettrica e
all’assistenza sanitaria, il quartier generale di Goldman Sachs è stato protetto
da decine di migliaia di sacchi di sabbia e alimentato dall’energia dal suo
generatore”.
Secondo Alston l’apartheid climatico è uno scenario “in cui i ricchi pagano per sfuggire al surriscaldamento,
alla fame e ai conflitti mentre il resto del mondo è lasciato a soffrire”. Ed è
quello che sta succedendo. I paesi più poveri sopporteranno circa il 75% dei
costi della crisi climatica nonostante la metà più povera della popolazione
mondiale sia responsabile solamente del 10% delle emissioni di anidride carbonica.
In questo scenario, sempre secondo Alston, “la democrazia e lo stato di
diritto, nonché una vasta gamma di diritti civili e politici sono tutti a rischio.
Il rischio di malcontento della comunità, di crescente disuguaglianza e di
livelli ancora più elevati di privazione tra alcuni gruppi, probabilmente
stimolerà le risposte nazionaliste, xenofobe, razziste e altre. Mantenere un
approccio equilibrato ai diritti civili e politici sarà estremamente
complesso”.
da Crisi
ambientale e sociale vanno affrontate insieme. Ma potrebbe non bastare di Andrea
Degl'Innocenti